Donald Trump rompe con la tradizione e decide di mantenere il segreto sui donatori che stanno finanziando la sua transizione alla presidenza americana, ovvero il periodo cruciale tra l’elezione e l’insediamento del nuovo presidente.
Durante questi mesi, il presidente eletto forma la sua squadra, che definisce le priorità politiche e prepara il passaggio dei poteri dell’amministrazione uscente. Per sostenere queste attività, finora il team poteva accedere a fondi pubblici stanziati dal governo federale, in cambio dell’accettazione di regole rigorose, come la trasparenza sui donatori e limiti sulle donazioni private. Trump ha scelto di non firmare l’accordo con l’amministrazione Biden, rinunciando a un massimo di 7,2 milioni di dollari di fondi pubblici, ottenendo così la libertà di raccogliere somme illimitate da fonti private e senza rivelarne l’identità.
Questa scelta solleva preoccupazioni sulla trasparenza e sui possibili conflitti d’interesse, ha riferito il New York Times. Con questa strategia, le lobby, le imprese o gli individui potrebbero influenzare le decisioni politiche del presidente eletto, rimanendo nell’ombra.
A capo del team di transizione di Trump figurano Linda McMahon e Howard Lutnick, entrambi designati per futuri ruoli governativi. Sebbene abbiano dichiarato di voler firmare l’accordo, finora hanno mancato due scadenze, a settembre e ottobre. Trump diventa così il primo presidente eletto ad abbandonare questa tradizione di trasparenza.
Mentre i detrattori evidenziano i rischi di opacità e influenze indebite, i sostenitori di Trump lodano la mossa come un rifiuto delle regole imposte e un passo verso una maggiore autonomia nella fase della transizione di governo.
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