Esistono casi di guarigioni straordinarie, in cui il paziente colpito da una malattia incurabile torna sano. Dei casi che danno nuove speranze ai ricercatori di poter trovare dei nuovi trattamenti.
Un caso è quello di Romuald, il “paziente di Ginevra”, uno dei rari al mondo di remissione dall’HIV dopo aver ricevuto un trapianto di midollo osseo per curare una leucemia acuta. Al momento della presa a carico di Romuald, Alexandra Calmy e la squadra dell’unità HIV Ospedali universitari di Ginevra (HUG) hanno visto l’opportunità di prendere due piccioni con una fava: curare la leucemia e l’HIV allo stesso tempo.
Il caso di Romuald (36.9°, RTS, 13.11.2024)
In cinque casi dei pazienti hanno ricevuto un trapianto di midollo e sono guariti da entrambe le malattie. In tutti questi casi, il donatore era portatore di una mutazione genetica chiamata CCR5 Delta 32, una mutazione che fornisce resistenza all’HIV.
Ma Romuald non poteva aspettare e ha quindi ricevuto il trapianto senza questa mutazione. Dopo l’intervento ha sviluppato la malattia del trapianto contro l’ospite (GvDH), in cui le cellule immunitarie trapiantate attaccano le cellule del corpo dell’ospite. Un effetto in parte benefico, in quanto vengono attaccate le cellule cancerose, ma vengono attaccate anche le cellule sane e il paziente deve quindi prendere dei medicamenti anti rigetto.
Romuald alla fine vede una remissione della leucemia e anche l’HIV è scomparso: “Da quando avevo 18 anni mi dicevano di prendere le medicine. Non avrei mai immaginato o sperato che un giorno avrei potuto smettere”.
Dal 2023, il virus è rimasto non rilevabile nonostante l’interruzione del trattamento antiretrovirale, un fenomeno che i medici stanno cercando di capire. Stanno investigando il possibile ruolo delle cellule NK (natural killer) del donatore e l’influenza della malattia del trapianto contro l’ospite.
Il “paziente di Ginevra” ha quindi portato spunti di ricerca e nuove speranze per un trattamento, spiega la professoressa Calmy: “Spero che riusciremo a fare studi clinici che per sapere se è possibile replicare l’esperienza di Romuald. Niente sarebbe stato possibile senza di lui, gli sono molto grata. Penso che molte altre persone direbbero la stessa cosa“.
Terapia fagica: nuova arma contro le infezioni
José Vidal soffriva di infezioni polmonari dovute a batteri resistenti agli antibiotici. Con la terapia fagica è stato possibile evitare una condizione critica. Questo trattamento utilizza virus che prendono di mira specificamente i batteri patogeni.
Una collaborazione con l’Università di Yale ha permesso di trovare un fago specifico per il suo ceppo batterico, un trattamento somministrato per inalazione, che ha permesso a José di ritrovare la salute. Yolanda Gago, sua sorella, commenta: “È stato davvero qualcosa di inaspettato. È stato un cambiamento radicale, spettacolare, era quasi morto”.
Grazie alla terapia fagica, José Vidal ha potuto riprendere la sua vita, e oggi dà lezioni ai giovani in apprendistato. Ma José non è al sicuro da una ricaduta, i batteri potrebbero ancora essere depositati nelle profondità dei suoi polmoni.
L’ideale sarebbe sottoporlo a una terapia fagica preventiva, ma per il momento i fagi non sono riconosciuti come medicinali da Swissmedic, per la frustrazione in José: “Io sono la prova vivente che funziona, quindi non capisco che avendo una terapia che può aiutarmi o salvarmi, non la posso avere perché manca un timbro delle autorità”.
I passi avanti dell’immunoterapia
Béatrice Thurnherr illustra i progressi dell’immunoterapia per curare tumori precedentemente considerati incurabili. Di fronte a un melanoma metastatico avanzato, ha ricevuto un’immunoterapia che ha permesso al suo sistema immunitario di colpire le cellule tumorali. Sebbene questo approccio abbia portato a complicazioni, i risultati rimangono promettenti.
Se l’immunoterapia rappresenta una svolta per alcuni pazienti affetti da melanoma metastatico, un cancro non ancora curato, è rivoluzionaria anche per gli oncologi. Hanno uno strumento in più nel loro arsenale terapeutico. “Non avevamo praticamente pazienti curabili dal melanoma metastatico e ora ne stiamo probabilmente curando più del 50%, quindi è una rivoluzione eccezionale”, aggiunge il professor Olivier Michielin, primario del dipartimento di oncologia dell’HUG. La cattiva notizia è che purtroppo questa terapia non ha gli stessi risultati su altri tipi di cancro.
Queste storie di remissioni straordinarie o inspiegabili aprono nuove strade di ricerca. Ogni guarigione straordinaria permette una migliore comprensione della malattia, una speranza di cura. Ma tutti i pazienti, curandosi, alla fine si mettono al servizio della ricerca. Grazie a loro la medicina potrà offrire cure migliori ai pazienti di domani.
RG delle 12.30 del 19.11.24, il servizio di Gianluca Olgiati
RSI Info 19.11.2024, 15:04
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