Approfondimento

Abuso di antibiotici, “un problema mondiale ma anche locale”

“È importante utilizzarli solo quando sono necessari”, spiegano gli esperti. E l’OMS li definisce un’epidemia silenziosa

  • 23 febbraio, 05:37
  • 23 febbraio, 16:04

Antibiotici resistenti

Il Quotidiano 22.02.2024, 19:00

Di: Quotidiano/RSI Info

Antibiotico, garanzia di rapida e sicura guarigione. È quanto pensano molti pazienti che lo richiedono anche quando non serve. Ma questi abusi favoriscono la comparsa e la diffusione di batteri resistenti, di fatto più pericolosi.

“È un problema mondiale, ma anche locale”, ha spiegato Christian Garzoni, specialista di malattie infettive e direttore di mediX Ticino ai microfoni della RSI. Un problema di salute pubblica che inizia nei luoghi in cui gli antibiotici vengono prescritti: gli ospedali, gli studi medici e quelli veterinari. “Si fa sempre più fatica a trovare terapie in pastiglie per i pazienti ambulatoriali”, aggiunge Garzoni.

Gli antibiotici sono tra le grandi conquiste della medicina: hanno permesso di aggiungere 15 anni alla speranza di vita della popolazione. Ma oggi sono pure protagonisti di quella che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce come epidemia silenziosa. “È importante utilizzarli sono quando sono necessari”, aggiunge Enos Bernasconi, specialista di malattie infettive dell’EOC.

Il meccanismo di azione

Ogni volta che si utilizza un antibiotico, questo elimina determinati batteri nocivi che - sconfitti - lasciano spazio e libertà di sviluppo a batteri più resistenti e potenzialmente più pericolosi. Determinante è quindi prestare attenzione al consumo di questi farmaci.

“C’è un aspetto culturale: 20 anni fa, il paziente con un’influenza riceveva l’antibiotico. Siamo stati abituati che l’otite, l’angina o la sinusite vanno sempre curati con gli antibiotici, ma questo non è vero”, spiega Garzoni. “Nuovi studi dicono che solo in pochi casi essi sono realmente utili.”

Svizzera italiana in testa

Le differenze regionali sono evidenti. Nel settore ambulatoriale, la Svizzera italiana mostra dati superiori alla media nazionale.
Se ne prescrivono troppi? Sì, secondo Garzoni.

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Consumo di antibiotici pro capite nel settore ambulatoriale in Svizzera

“Pro capite in Ticino se ne consumano di più, sebbene le malattie siano le stesse”, spiega lo specialista. “Statisticamente il paziente della Svizzera italiana ne prende, e ne pretende di più. Ma anche i medici tendono a prescriverne di più, un po’ sotto la pressione del paziente, un po’ perché sono più di manica larga, quindi c’è spazio per un miglioramento.”

Campagna di sensibilizzazione

In Ticino la rete MediX è composta da oltre 100 medici di famiglia. Lo scorso inverno, uno studio in collaborazione con l’Università di Zurigo ha confermato l’efficacia dell’informazione al paziente. La nuova campagna inaugurata a novembre va nella stessa direzione.

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L'85% delle prescrizioni avviene in ambito ambulatoriale

In Svizzera, tra pediatri e medici di famiglia, nel settore ambulatoriale vengono prescritti l’85% degli antibiotici. Solo il 15% viene somministrato in ambito stazionario. Eppure anche all’interno degli ospedali c’è margine di manovra, ed è legato agli antibiotici a largo spettro: se prescritti inutilmente possono essere più dannosi perché sconvolgono la flora interna favorendo nuove infezioni.

Aggiornamento del personale curante, formazione dei giovani medici e ancora misure d’igiene severe per prevenire il maggior numero di infezioni: la lotta è su più fronti, rafforzata ora da progetti specifici dell’ente ospedaliero cantonale legati proprio agli antibiotici ad ampio spettro chiamati carbapenemi.

Dallo studio medico all’ospedale il contrasto alle resistenze prosegue, stimolato da una strategia federale inagurata nel 2015. Un aiuto aggiuntivo è atteso da ricerca e industria farmaceutica.

Antibiotici: l’uso corretto ne preserva l’effetto!

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