Sono in arrivo a Kabul le truppe statunitensi con il compito di aiutare personale diplomatico a lasciare il Paese, mentre i talebani risultano ancora accampati a una cinquantina di chilometri dalla capitale.
Il capo delle Nazioni Unite ha avvertito che la situazione sta andando fuori controllo con conseguenze devastanti per i civili. Finora più di 250'000 persone sono state costrette a lasciare le loro case e molti di loro si sono concentrati a Kabul o in alloggi di fortuna.
L'ambasciata degli Stati Uniti ha invitato il personale a distruggere ogni materiale sensibile presente nelle strutture, inclusi opuscoli e bandiere che potrebbero essere utilizzati per la propaganda. Lo riportano diversi media internazionali.
Anche il Regno Unito ha annunciato l'invio di 600 soldati per aiutare l'evacuazione dei cittadini britannici e dell'ex personale afghano e, come la Germania, manterrà aperta l'ambasciata con il personale al minimo. Danimarca e Norvegia, al contrario, stanno chiudendo del tutto le loro rappresentanze diplomatiche.
Nel frattempo, il Canada è pronto ad accogliere 20'000 rifugiati che rischiano di subire la vendetta dei talebani. Lo ha annunciato il ministro dell'immigrazione di Ottawa. Il primo volo con a bordo un gruppo di cittadini afghani à già atterrato a Toronto nelle scorse ore.
Sulla situazione si è espresso anche il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres, precisando che il messaggio della comunità internazionale a chi è sul sentiero di guerra deve essere chiaro: "Prendere il potere con la forza militare è una causa persa. Ciò può solo portare a una guerra civile prolungata o al completo isolamento dell'Afghanistan".
Anche la Spagna ha avviato le operazioni di rimpatrio del proprio corpo diplomatico. Il ministro degli esteri José Manuel Albares, ha annunciato l'inizio di un'operazione per far tornare in patria i connazionali e gli afghani che hanno lavorato per il Paese iberico. La Spagna, ha aggiunto, non riconoscerà un Governo imposto "con la forza".