L'addio delle Gran Bretagna nel 2019 un "buco considerevole" nei conti dell'Unione Europea, in un momento in cui Bruxelles cerca di finanziare nuove politiche in settori chiave come quelli della migrazione e della difesa. "Stiamo arrivando al limite delle nostre possibilità", ha avvertito lunedì il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nel corso di una conferenza a Bruxelles che ha segnato l'avvio del dibattito sul prossimo quadro finanziario pluriennale.
Quello attuale, che scade alla fine del 2020, fissa un tetto di spesa di circa 963 miliardi. Londra si è impegnata a contribuire fino al suo termine, ma poi smetterà di farlo. Al netto significherà una perdita annua di 12-13 miliardi, perché il Regno Unito è uno di quei paesi che versano più di quanto incassano.
Il commissario Günther Oettinger propone di colmare il buco per la metà con risparmi e per la metà con nuove entrate. Queste ultime dovrebbero inoltre costituire l'80% dei mezzi per i nuovi compiti. È destinata a riaprirsi l'eterna lotta fra i grandi contribuenti, come la Germania, e i maggiori beneficiari dei fondi europei, in particolare agricoli e di coesione.
RG 07.00 del 09.01.2018 La corrispondenza di Tomas Miglierina
RSI Info 09.01.2018, 08:45
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