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UE, accordo sul gas al fotofinish

Dopo quasi 12 ore di discussioni i capi di Stato e di Governo dell'Unione hanno approvato la tabella di marcia per contenere i prezzi del combustibile

  • 21 ottobre 2022, 08:53
  • 20 novembre, 14:41
01:47

Notiziario 06.00 del 21.10.2022 con la corrispondenza di Tomas Miglierina

RSI Info 21.10.2022, 08:42

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Di: ATS/ANSA/Swing 

Quasi dodici ore di tensioni, attacchi incrociati, musi lunghi. Poi, l'accordo al fotofinish: l'UE salva l'unità di fronte al nemico russo sul dossier più difficile, quello dell'energia. Lo fa limando, parola per parola, delle conclusioni che restano abbastanza ambigue da lasciare tutti i 27 capi di Stato o premier soddisfatti a metà ma, per i fautori del price cap e del nuovo Sure sull'energia, l'intesa registra dei passi avanti.

L'accordo, infatti, mette nero su bianco "l'urgenza delle decisioni concrete" da prendere sul gas con una serie di misure che includono la piattaforma di acquisti comuni e un nuovo indice complementare, che rifletta in modo più adeguato le condizioni del mercato del gas. Il binario da seguire resta quello proposto dalla Commissione il 18 ottobre scorso. Le misure, nel concreto, non cambiano: si va dalla piattaforma aggregata per il gas - volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa - all'incentivazione delle rinnovabili fino a un price cap al gas.

Nelle conclusioni i 27 chiedono quindi alla Commissione di fare "un'analisi dei costi e benefici sulla misura" che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri. La strada da percorrere è comunque ancora lunga: entro l'inizio di novembre la Commissione "si esprimerà molto chiaramente" sul price cap "e andremo avanti spediti anche sulla solidarietà finanziaria", ha spiegato il presidente francese Emmanuel Macron secondo il quale, su quest'ultimo punto, le opzioni di Bruxelles sono due: uno “Sure 2” oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) nel quadro del RePowerEu. L'impressione è che i falchi del Nord optino per la seconda strada ma, dalla Germania, dopo mesi di muro qualche concessione è arrivata. E, come prevedibile, a catena anche gli altri 'frugali' si sono allineati.

"La discussione si è concentrata sul modo in cui limitare" l'impennata dei prezzi del gas, anche grazie a un meccanismo temporaneo” ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del vertice europeo. I leader UE, ha spiegato, hanno "definito parametri di riferimento precisi" sulle diverse questioni energetiche e ora il price cap "dovrà essere ulteriormente discusso dai ministri dell'Energia nelle prossime settimane". "Se ciò non avrà successo, il Consiglio europeo dovrà tornare al tavolo", ha evidenziato facendo riferimento a una possibile nuova riunione dei capi di Stato e di Governo.

I dubbi del premier dei Paesi Bassi

"E' difficile" pensare che il disegno UE per il price cap sul gas sia pronto in due o tre settimane. Lo ha detto il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, al termine dei lavori del vertice UE. "Dobbiamo valutare tutti i pro e i contro" In particolare se il meccanismo è in grado di "garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e di non spingere la domanda di gas". Rutte ha anche affermato che i "soldi UE bastano, non c'è nessun bisogno di un nuovo Sure". "Prima di tutto dobbiamo usare i fondi che abbiamo e solo dopo valuteremo cosa potrebbe essere necessario".

Per la Germania "molto resta ancora da fare"

Sul price cap "c'è ancora molto lavoro tecnico da fare, con molte questioni che non sono semplici e dovranno essere esaminate da molte persone". Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. I leader UE, ha spiegato, hanno "definito parametri di riferimento precisi" sulle diverse questioni energetiche e ora il price cap "dovrà essere ulteriormente discusso dai ministri dell'Energia nelle prossime settimane". "Se ciò non avrà successo, il Consiglio europeo dovrà tornare al tavolo", ha evidenziato facendo riferimento a una possibile nuova riunione dei capi di Stato e di Governo. "Abbiamo preso una decisione che dà il mandato" alla Commissione europea "di indagare su ciò che è possibile" fare, ha indicato Scholz circa la possibilità che sia disposto ad accettare nuova emissione di debito comune UE per far fronte alle ricadute della crisi energetica.

Il caso dell’Ungheria

"Se anche ci fosse un tetto al prezzo del gas in Europa, l'Ungheria ne è esentata. Se anche ci fosse una piattaforma comune di acquisti del gas in Europa, questa non sarà obbligatoria per l'Ungheria". Così il premier ungherese, Viktor Orban, ha commentato via social l'accordo raggiunto nella notte al vertice europeo sulle misure per far fronte al caro energia. Il primo ministro ha bollato come "la più grande minaccia per l'Ungheria" il pacchetto di misure varato dalla Commissione europea. "Accettandole - ha aggiunto - avremmo rischiato che le consegne di gas in Ungheria si interrompessero nel giro di pochi giorni". "È stata una lunga battaglia, ma siamo riusciti a proteggere gli interessi nazionali", ha concluso.

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