La crisi sarà inevitabile questo inverno, oppure no? Tutto dipende dai prezzi dell'energia, che negli ultimi mesi si sono fatti sentire ai distributori di benzina e non solo. Ma un segnale positivo arriva ora dal fronte del gas: l'Europa è riuscita a diversificare i rifornimenti e il prezzo è in netto calo.
Dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina il prezzo del gas ha subito un'impennata senza precedenti. Le forniture dalla Russia sono praticamente scemate e la ricerca di alternative è tutt'altro che semplice. Eppure, nello scorso mese, il prezzo del gas si è dimezzato: a fine agosto un megawattora di gas costava ancora 350 euro, oggi siamo a 150.
L'evoluzione del prezzo del gas sul mercato all'ingrosso europeo nel 2022
L'evoluzione, sostiene Giovanni Staunovo, analista di materie prima all'UBS, si può spiegare poiché "Malgrado tutto, l'Europa ha potuto accumulare delle riserve di gas, attualmente i serbatoi sono pieni al 92%. Da una parte c'è stato un minor consumo in Cina, dove i continui lockdown bloccano la produzione e di questo ne approfitta l'Europa, inoltre sono aumentate le importazioni dalla Norvegia e di gas liquido dagli Stati Uniti".
Solo le importazioni di gas liquefatto americano sono aumentate del 50%, il che compensa parzialmente la fine dei rifornimenti russi. Ma anche se i prezzi sono scesi non c'è ragione di abbassare la guardia.
"In un contesto storico, il gas rimane ancora dieci volte più caro rispetto alla media degli ultimi cinque anni – spiega l'analista –. Il prezzo continua quindi a pesare sulle aziende. Il problema come tale non è risolto, anche perché le alternative di rifornimento non sono illimitate. Dovremo quindi aspettare il 2024 per vedere una vera riduzione del prezzo del gas".
E comunque la riduzione è un balsamo per l'economia e contribuisce a frenare il rincaro anche per le economie domestiche.