La guerra in Ucraina e tutte le conseguenze che questo conflitto scatena anche al di fuori dei confini ucraini. A far discutere negli ultimi giorni sono gli atti di sabotaggio che aumentano il rischio di problemi di tipo commerciale, energetico e di pubblica sicurezza. Come appare da questo punto di vista la situazione in Svizzera e nell'analisi dei rischi, su quale ambito si sta concentrando la Confederazione? "Il più importante è l'approvvigionamento energetico", spiega alla RSI Stefan Brem, capo analisi dei rischi dell'Ufficio federale della protezione della popolazione, "collegato a questo settore c'è però anche quello alimentare. La produzione di fertilizzante, per esempio, dipende dalla fornitura di gas (un bene che attualmente scarseggia). L'energia riguarda poi anche il settore dei trasporti, che è molto dipendente dai prodotti derivati dal petrolio o dall'elettricità".
Per ora, in Svizzera, non sembrano esserci stati dei tentativi di sabotaggio. Ma il livello di sicurezza, è stato aumentato? "È una domanda che riguarda informazioni sensibili e quindi non posso esprimermi nello specifico. In generale, però, il livello di sicurezza in Svizzera è piuttosto elevato. Anche rispetto all'estero. Procediamo poi a delle verifiche regolari.", aggiunge l'alto funzionario.
Controllare tutto appare però impossibile: la strategia svizzera si rifà quindi a un approccio basato sul rischio e sulla proporzionalità. "Bisogna concentrarsi su determinate infrastrutture, dove il potenziale di danno è particolarmente elevato - spiega ancora Stefan Brem - Nel settore energetico, sono per esempio alcune centrali, alcuni impianti di stoccaggio e centri di smistamento".
Il vantaggio, nell'approvvigionamento elettrico è che la Svizzera può contare su una certa ridondanza dei sistemi. In pratica, se dovesse succedere qualcosa in un determinato posto, c'è spesso un'alternativa già pronta.