La Russia minaccia l’Unione Europea di intraprendere azioni giudiziarie “per decenni”, se saranno utilizzati, a beneficio dell’Ucraina, i proventi dei suoi averi statali congelati.
“Gli europei devono essere ben consapevoli dei danni che tali decisioni potrebbero arrecare alla loro economia, alla loro immagine e alla loro reputazione di garanti affidabili dell’inviolabilità della proprietà”, ha dichiarato oggi, mercoledì, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
Proprio oggi l’UE dovrebbe presentare un piano volto a sequestri al fine di finanziare l’acquisto di armi a sostegno di Kiev. “Le persone, gli Stati che sono coinvolti nell’adozione di tali decisioni diverranno naturalmente oggetto di procedimenti legali per molti decenni a venire”, ha aggiunto Peskov.
Secondo Josep Borrell, l’Alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, i beni russi in questione ammontano a 200 miliardi di euro e consentirebbero di stanziare “tre miliardi di euro all’anno” per finanziare l’acquisto di armi per l’Ucraina. Alcuni Paesi temono però le conseguenze di tali sequestri, alla luce del precedente che potrebbe creare sui mercati finanziari e delle ripercussioni a livello legale.
Per quanto riguarda la Svizzera, alcune mozioni parlamentari volte alla confisca di patrimoni riconducibili alla Russia sono state approvate sia dal Nazionale che dagli Stati e hanno il sostegno del Governo. L’ambasciatrice elvetica a Mosca era stata quindi convocata al ministero degli esteri russo per ricevere una nota di protesta.
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