L'Europa ha deciso di lavorare unita sul tema della migrazione. In serata, dal Lussemburgo, dove era riunito il Consiglio degli Affari Interni dell'Unione europea, è giunto l'annuncio del trovato accordo tra i 27 per approvare i due pacchetti legislativi sulle procedure di frontiera e sulla gestione dell'asilo.
"Voglio ricordare che voi, nel Consiglio, avete ricostruito la fiducia, è qualcosa che si fa nel corso degli anni e questa è la ragione per cui si possono gestire negoziati difficili e trovare un compromesso. Abbiamo dimostrato che è possibile lavorare insieme sulla migrazione e siamo molto più forti quando lo facciamo", ha commentato la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson al termine del Consiglio.
Con la luce verde dei 27 il Consiglio ha stabilito il suo mandato negoziale: per l'approvazione definitiva si dovrà trovare una posizione comune con il co-legislatore, il Parlamento europeo. Il nodo finale era trovare un testo soddisfacente sulla definizione dei paesi terzi sicuri dove sarà possibile inviare i migranti che non ricevono asilo.
Il Patto per migrazioni e asilo è passato con i soli voti contrari di Ungheria e Polonia. Bulgaria, Slovacchia, Lituania e Malta si sono invece astenute.
La riunione odierna era considerata un momento chiave per quanto riguarda la politica migratoria dell'Unione europea, collassata nel 2015 con l'arrivo di centinaia di migliaia di profughi principalmente siriani, ma tornata d'attualità dopo la fine della pandemia. I paesi di prima accoglienza (in sostanza quelli affacciati sul Mar Mediterraneo) chiedono solidarietà ai paesi più a nord.
L'UE era alla ricerca di una procedura comune per individuare in tempi rapidi quali domande siano ammissibili e quali no. Restava anche da sostituire il sistema di Dublino, che impedisce ai richiedenti di presentare una domanda d'asilo in più Stati.
La bozza di accordo prevede che i paesi che non intendono accogliere interamente il contingente di profughi a loro assegnato a dipendenza di numero di abitanti e prodotto interno lordo, compensino fornendo personale attrezzature e mezzi finanziari a chi invece si dimostra più virtuoso.
Una proposta che, in giornata, ha fatto infuriare la Polonia. In un paese che ospita un milione di ucraini fuggiti dalla guerra, ha detto Varsavia, sarà impossibile far accettare il fatto di dover pagare se non si accettano ulteriori arrivi. In Lussemburgo era presente anche la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider per la Svizzera, come associata agli accordi di Schengen e Dublino.
Baume-Schneider: "Un passo storico"
L'accordo degli Stati dell'UE sul patto di migrazione e asilo è stato definito come un "passo storico" dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Secondo la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia, il sistema di Dublino non sarebbe stato in grado di resistere ancora a lungo alla situazione attuale. Grazie al compromesso, il sistema è stato rafforzato, ha dichiarato Baume-Schneider in un incontro con i media. Anche la Svizzera parteciperà di conseguenza. In passato la Confederazione ha già preso parte anche al meccanismo di solidarietà, pur non essendo per essa obbligatorio, ha ricordato la consigliera federale. In meccanismo consiste principalmente nell'acogliere i rifugiati dall'Italia e dalla Grecia, per alleggerire il peso di questi paesi.
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