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USA: Chi è Timothy Broglio, nuovo presidente dei vescovi

Figura controversa, 70 anni, l'arcivescovo è considerato come molto distante da Papa Francesco e troppo vicino ai repubblicani e alle loro politiche

  • 18 novembre 2022, 16:30
  • 24 giugno 2023, 01:43
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Timothy Broglio

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Di: Paolo Rodari

Ha preso 138 voti. Gli sono stati sufficienti per essere eletto - martedì scorso - come nuovo presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. L’arcivescovo Timothy Broglio, 70 anni, dal 2007 ordinario militare degli USA, è stato scelto per guidare l’episcopato del suo Paese nei prossimi tre anni. Già officiale della sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede e segretario particolare del cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato oggi scomparso, è stato eletto al terzo turno di votazione tra dieci candidati dai 237 vescovi riuniti nell’assemblea plenaria autunnale a Baltimora.

Una scelta controversa

L’elezione fin da subito ha suscitato polemiche soprattutto nella parte ecclesiale più vicina a Francesco: "Timothy Broglio, una figura controversa per guidare l’episcopato USA", ha titolato “La Croix”, l’autorevole quotidiano editato dai vescovi francesi. E ancora: "Eletto il vescovo anti-Francesco come nuovo presidente", ha scritto il “National catholic reporter”, il magazine online punta di diamante del cattolicesimo progressista americano. Che ha insistito: "I vescovi degli Stati Uniti hanno inviato un chiaro messaggio di rifiuto a Papa Francesco scegliendo l’arcivescovo Timothy Broglio come presidente della conferenza episcopale".

Perché queste critiche? In sostanza, nel mondo ecclesiale americano, Broglio è conosciuto come vescovo conservatore, su posizioni del tutto distanti dalle aperture messe in campo nei suoi quasi dieci anni di pontificato da Francesco. Nel 2018 Broglio ha sostenuto un cappellano dell’aeronautica americana che in un’omelia ha accusato "i preti gay effeminati" di essere coloro che fra il clero abusano sessualmente dei minori. In una risposta via e-mail a una donna che si lamentava delle parole del sacerdote ha affermato, senza portare prove, che "non ci sono dubbi sul fatto che la crisi degli abusi sessuali da parte di preti negli Stati Uniti sia direttamente correlata all’omosessualità". E ancora, durante la pandemia di Coronavirus, ha sostenuto l’esenzione dal vaccino dei militari per motivi di obiezione religiosa, scrivendo che "nessuno dovrebbe essere costretto a ricevere un vaccino Covid-19 se violasse la santità della sua coscienza".

Il passato con Sodano

A pesare sulla figura di Broglio ci sono anche gli anni (dal 1990 al 2001) trascorsi come segretario particolare del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano ai tempi di Giovanni Paolo II, noto per aver coperto gli abusi sessuali e la doppia vita di padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo. Di queste coperture, scommettono in molti, a breve la stampa internazionale è direttamente a Broglio che chiederà conto. Sodano non ha mai voluto parlare di Degollado, nonostante glielo chiedessero esplicitamente alcuni suoi confratelli, fra cui il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn. Si è sempre rifiutato di ammettere di averlo coperto. Eppure è noto come dentro la Santa Sede in molti conoscessero la doppia vita del sacerdote ma non avessero voluto fare nulla in merito. La figura di Degollado getta una pesante ombra su tutto il pontificato di Wojtyla, un’ombra che ancora oggi non fa dormire soni tranquilli diversi prelati un tempo in auge. Broglio ha vissuto da vicino tutta quella stagione. Adesso, da capo dei vescovi statunitensi, dovrà renderne conto.

Ma il nome di Sodano è anche legato a Fernando Karadima (oggi scomparso), il prete cileno abusatore sessuale e in rapporti con la giunta militare di Augusto Pinochet. Karadima ha avuto protezioni importanti in Vaticano, fra le altre proprio quelle di Sodano che prima di ascendere in Vaticano era stato nunzio in Cile.

Broglio e il mondo repubblicano

È ancora parte del mondo cattolico americano ad accusare Broglio di essere troppo vicino ai repubblicani e alle loro politiche: "Sono deluso che i vescovi cattolici abbiano scelto un nuovo presidente che ha una storia di essere un guerriero della cultura", ha detto John Gehring, direttore della rete del clero di Washington chiamata “Faith in Public Life”. "Anche se Papa Francesco offre un percorso migliore per la Chiesa, troppi vescovi americani raddoppiano le vecchie strategie che non sono riuscite a coinvolgere e stimolare i fedeli", ha affermato senza mezzi termini.

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Un episcopato all’opposizione

Fin dall’inizio del pontificato sono stati i vescovi statunitensi a rappresentare il fronte più conservatore e spesso esplicitamente contro Francesco. Per tanti anni la Chiesa cattolica americana ha ricevuto offerte da associazioni cattoliche legate al mondo repubblicano. Francesco con le sue parole ha preso le distanze da un cattolicesimo legato a stretto giro al capitalismo occidentale e per questo ha attirato pesanti critiche proprio da quel mondo cattolico vicino ai repubblicani statunitensi. L’episcopato americano non ha fatto nulla per calmare le acque ed anzi diversi suoi esponenti, fra cui Broglio, è a quel mondo che fanno riferimento.

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