La crisi di Governo italiana, nel giro di 24 ore, è diventato un caso mondiale, intersecandosi con la guerra in Ucraina e con un contesto internazionale segnato dall'emergenza energetica e inflazionistica. E dagli USA all'Unione Europea, porta i grandi dell'Occidente ad esporsi piuttosto nettamente, non solo a favore del ritorno della stabilità politica in Italia, ma anche affinché Mario Draghi resti a Palazzo Chigi. Mentre, dall'altra parte, Bruxelles lancia un avvertimento che, da qui al 2023, sarà destinato a essere attuale: "Mosca cerca di destabilizzare i Governi europei con la disinformazione e attraverso i suoi delegati interni".
In molte cancellerie occidentali, insomma, cresce l'allarme che con un Governo italiano dimissionario, debole o comunque senza la sponda solida di Draghi al timone, l'Italia possa essere più 'friabile' di fronte alle ingerenze russe.
E, forse non a caso, dopo le dichiarazioni di esultanza di giovedì da parte di Dmitri Medvedev, ad intervenire da Mosca è la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. Con un obiettivo: smorzare i toni. "Gli sviluppi politici a Roma sono un affare interno italiano. Noi auguriamo all'Italia tutto il bene possibile, e di riuscire a superare i problemi creati dai precedenti Governi. Noi vogliamo avere buoni rapporti con l'Italia", ha sottolineato la portavoce di Lavrov.
Sulla sponda opposta, invece, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, dopo un colloquio telefonico col ministro degli esteri Luigi Di Maio, ha usato parole di tutt'altro tenore. "Ho ringraziato lui e l'intera grande squadra del Primo Ministro Draghi per aver sostenuto con fermezza l'Ucraina e aver dimostrato il ruolo guida dell'Italia nel proteggere l'Europa", ha spiegato in un tweet. Molto più che in occasione delle dimissioni a Londra di Boris Johnson, la crisi del Governo italiano ha acceso i fari del mondo su Roma.
Un'Italia che, con Draghi, ha più volte mostrato di essere strettissima alleata degli USA. Joe Biden ha "grande rispetto e considerazione" nei confronti di Draghi e sta naturalmente "seguendo con attenzione tutti gli sviluppi politici a Roma: dobbiamo aspettare e vedere cosa accadrà", ha confermato il consigliere per la sicurezza nazionale USA, Jake Sullivan. Mentre dalla Casa Bianca un portavoce sottolinea che : "Gli USA e l'Italia sono stretti alleati e la relazione tra i nostri popoli è forte. Continueremo a lavorare insieme strettamente su una serie di importanti priorità, compreso il sostegno all'Ucraina contro l'aggressione russa".
Cosa potrebbe accadere se Draghi confermasse le dimissioni? La domanda riecheggia non solo Oltreoceano ma anche a Bruxelles. E non solo per le possibili conseguenze sulla tenuta economica dell'Italia. Roma, dall'inizio della guerra in Ucraina, si è schierata con la Commissione UE nel sostegno, anche militare, a Kiev. In un momento in cui le istituzioni europee temono che, tra la popolazione del Vecchio continente, possa serpeggiare una certa stanchezza nel supporto all'Ucraina e una certa riottosità al sacrificio economico, la perdita di una pedina come Draghi assume ancora più rilevanza.
Le Figaro: "Draghi, bastione sul ciglio del precipizio nel quale potremmo tutti essere trascinati"
Intanto Le Figaro dedica la prima pagina di domani, sabato, alla crisi di Governo e a Mario Draghi. L'apertura del quotidiano francese porta il titolo "Italia: grandi manovre per trattenere Mario Draghi", sulla grande immagine del presidente del Consiglio italiano. In basso nella pagina, l'editoriale "La bomba italiana". "Molto spesso - scrive nel commento in prima Le Figaro - l'etichetta di 'uomo della Provvidenza' tradisce l'ego di colui che se ne fregia. Con Mario Draghi, è tutto il contrario: il presidente del Consiglio italiano si crede così poco indispensabile che ha deciso di dimettersi, stanco delle dispute assurde della classe politica. Ma chi osserva la situazione del suo paese incrocia le dita affinché riesca a superare l'attuale psicodramma e resti ai comandi. "Super Mario", il "salvatore dell'euro" nel 2012, non si è trasformato 10 anni dopo in salvatore dell'Italia: ne è piuttosto la barriera, un bastione sul ciglio del precipizio nel quale potremmo tutti essere trascinati".