Il viceprocuratore generale statunitense, Rod Rosenstein, avrebbe discusso della possibilità di indossare un microfono per registrare le conversazioni di Donald Trump. Lo riporta venerdì il New York Times, precisando che l'episodio risale al 2017, dopo che il presidente licenziò il capo dell'FBI, James Comey.
Rosenstein avrebbe detto di essere in grado di convincere il ministro della giustizia Jeff Sessions e l'allora ministro per la sicurezza John Kelly a ricorrere al 25esimo emendamento per rimuovere il presidente dimostrando la sua "manifesta incapacità di governare".
La notizia è stata però smentita dallo stesso viceprocuratore, che parla di una "storia imprecisa e di fatto scorretta", aggiungendo di non voler commentare "una storia basata su fonti anonime" che hanno degli interessi personali. Inoltre, Rosenstein chiarisce che sulla base dei suoi rapporti personali con Trump, "non ci sono motivi per invocare il 25esimo emendamento".
Donald Trump: fetore persistente
Il presidente ha reagito alle rivelazioni annunciando, durante un comizio in Missouri: "ci sono persone dannose di cui dobbiamo disfarci" e aggiungendo: "Bisogna sradicare il fetore persistente al Dipartimento della giustizia".
RG 12.30 del 22.09.18: la corrispondenza di Emiliano Bos
RSI Info 22.09.2018, 14:40
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USA, lo scandalo Rosenstein
Telegiornale 22.09.2018, 14:30