Mondo

Uccisi tre giornalisti in Libano

Beirut accusa Israele di crimini di guerra mentre il ministro degli esteri giordano va in pressing internazionale perché cessi “la pulizia etnica a Gaza”

  • 25 ottobre, 15:40
  • 20 novembre, 17:40
Auto dei giornalisti distrutte nei pressi di un complesso che ospitava operatori dei media

Auto dei giornalisti distrutte nei pressi di un complesso che ospitava operatori dei media

  • keystone
Di: Ats/sdr/Seidisera 

Tre giornalisti sono stati uccisi in un attacco israeliano in Libano venerdì. Il governo locale ha condannato l’accaduto come “crimine di guerra”, questo mentre Israele sta intensificando i bombardamenti contro Hezbollah e sta conducendo un’offensiva di terra nel sud del Paese.

“Il nuovo attacco israeliano contro i giornalisti (...) è uno dei “crimini di guerra commessi dal nemico israeliano”, ha denunciato il primo ministro libanese Najib Mikati in un comunicato. Ha aggiunto che l’attacco è “deliberato” e mira a “terrorizzare i media per nascondere i crimini e la distruzione”. “Il nemico israeliano ha aspettato che i giornalisti facessero una pausa notturna e li ha sorpresi mentre dormivano”, ha aggiunto il ministro dell’Informazione Ziad Makari su X, spiegando che erano presenti 18 giornalisti in rappresentanza di sette testate. Secondo l’agenzia di stampa libanese ANI, gli attacchi hanno preso di mira anche la periferia meridionale di Beirut, una delle roccaforti di Hezbollah, distruggendo due edifici e provocando un incendio. L’esercito israeliano ha annunciato di aver perso dieci soldati in due giorni proprio nelle operazioni nel sud del Libano, per un totale di 32 dall’inizio dell’invasione di terra il 30 settembre.

Non si ferma l’offensiva nella Striscia di Gaza

L’esercito israeliano non è impegnato solo nel sud del Libano, continua infatti la sua offensiva nella Striscia di Gaza contro il movimento Hamas, dove gli attacchi aerei hanno ucciso almeno venti persone, tra cui anche nove bambini, secondo fonti palestinesi. Continuano inoltre le operazioni contro terroristi “via terra e via aria”.

“C’è in corso una pulizia etnica”

Hamas si è detto “pronto a finire con le ostilità”, ma ha chiesto a Israele un “impegno al cessate il fuoco”, un “ritiro dalla Striscia di Gaza” e un “serio accordo per uno scambio” tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti da Israele, secondo un funzionario di Hamas. Queste condizioni sono sempre state respinte. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, venerdì ha parlato di una “corsa contro il tempo” per trovare una via d’uscita alla guerra in Libano ed evitare un conflitto globale.

Il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, incontrando a Londra il segretario di Stato americano Antony Blinken, reduce da una missione nello Stato ebraico, in Arabia Saudita e in Qatar, ha riferito che Israele deve “cessare la pulizia etnica” ai danni dei palestinesi nei territori occupati. Ha sollecitato indirettamente Washington a fare di più per fermare l’azione militare israeliana nella Striscia di Gaza e nella regione. Denunciando la catastrofe umanitaria nel nord della Striscia, Safadi ha detto: “Vediamo in corso una pulizia etnica e questa deve cessare”.

Nella capitale britannica, Blinken incontra venerdì anche il premier libanese Najib Mikati e il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed, assieme al padrone di casa, il ministro degli Esteri britannico David Lammy.
Parlando in generale del conflitto, Blinken ha affermato che una soluzione “diplomatica” per il Libano è “davvero urgente”.

02:06

Israele utilizzerebbe civili palestinesi come scudi umani

SEIDISERA 25.10.2024, 18:14

La denuncia del “protocollo zanzara”

Civili palestinesi usati come scudi umani per esplorare case e gallerie potenzialmente piene di esplosivi, per non mettere a rischio la vita dei soldati israeliani: questa pratica in uso a Gaza ha il nome di “protocollo zanzara” e dopo il New York Times è stata denunciata anche dalla CNN. L’esercito israeliano ha risposto all’accusa affermando che le sue linee guida proibiscono l’uso di civili detenuti a Gaza per operazioni militari, ma a descrivere questa pratica alla rete televisiva statunitense sono stati un soldato israeliano e cinque ex detenuti palestinesi. Il militare ha rivelato che la sua unità ha sfruttato due abitanti di Gaza arrestati per esplorare luoghi a rischio. Non si conosce l’esatta diffusione di questa pratica, ma, stando alle testimonianze, verrebbe usato ovunque.

A Gaza, tra gli scudi umani palestinesi impiegati dall’esercito israeliano figurano anche minori e un medico, mentre l’uso di civili per questa esplorazione è severamente vietato dal diritto internazionale. Israele, da parte sua, accusa Hamas di combattere nascondendo uomini ed armi in aree densamente popolate di Gaza.
                

00:41

1 miliardo di aiuti per il Libano

Telegiornale 24.10.2024, 20:00

Correlati

Ti potrebbe interessare