È sabato sera e all’ingresso del teatro Origin Stage in pieno centro a Kiev sta per cominciare la serata di ”Stand Up Comedy” di punta della settimana. Una fila ordinata attende di poter entrare. Sembra di stare a Berlino, a Parigi o a Roma. I droni Shahed che la Russia lancia quasi tutte le sere verso Kiev e tutta l’Ucraina – più di 2’000 soltanto a ottobre - non scoraggiano chi vuole passare una serata come in una qualsiasi altra capitale europea.
Spettacoli anche al fronte
La guerra ha spento i microfoni della stand up per qualche mese e oggi il movimento sta vivendo una rinascita sotto l’aspetto dei numeri e delle attività, che si moltiplicano di settimana in settimana. Con una vocazione ben precisa, quella di raccogliere fondi per l’esercito ucraino e creare un ponte tra chi vive la guerra da civile, e chi invece la vive al fronte. Ridendoci sopra, per quanto possibile. “Dopo l’invasione su larga scala, abbiamo fermato gli show per circa quattro mesi”, racconta da Kiev Sviat Zagaikevich, che nel 2015 ha fondato qui “Underground Stand Up” e oggi coordina show, eventi e dirette streaming con più di 25 comedian. Ad aprile 2022 – racconta – lui e i suoi colleghi si ritrovano a improvvisare spettacoli in rifugi e scantinati. Tornano poi a organizzare in club e teatri e oggi gli show sono a ciclo continuo, in tutta l’Ucraina e anche al fronte per i soldati. E nella capitale Kiev tutte le sere chi vuole assistere a uno spettacolo di Stand Up, può farlo. “Abbiamo qui show tutte le sere, dal lunedì alla domenica”, racconta Amina Kachura dall’Underground Stand Up Club in centro città. Lei si occupa di gestire gli show in lingua inglese, che si tengono ogni due settimane. Era così prima dell’invasione del 2022, ed è così di nuovo da qualche mese. Il club ha un’ottantina di posti e solitamente è sold out, racconta. Tra il pubblico, ci sono anche soldati. “È importante dire che per loro l’ingresso è sempre libero”, precisa.
Spettacoli solo in lingua ucraina
Dopo l’invasione del 2022 sono cambiate diverse cose. “Prima della guerra alcuni comedian si esibivano in russo”, racconta Sviat Zagaikevich. “Adesso tutti si esibiscono in lingua ucraina”. I contenuti sono cambiati, perché la quotidianità di tutti qui è cambiata. Negli sketch “suonano” le allerte aeree, ci sono i droni, i russi e adesso anche la Corea del Nord. “Guardami, sono come te, ho un iPhone. Ma ho un’app che mi dice quando posso morire con un avviso”, racconta Vasyl Baidak, uno dei comedian più popolari in Ucraina. “Puoi scegliere il colore dell’app che ti uccide, puoi anche scegliere la voce che ti dirà quando puoi morire dopo qualche minuto”, scherza imitando le voci – che ci sono sul serio – di Star Wars o di Marge Simpson. “Stai attento, sta arrivando un missile”. E poi aggiunge come prima della guerra la sua comicità fosse una “comicità dell’assurdo”, che adesso si è trasformata in una “observational comedy”, forse perché – come ammette – viviamo “in un mondo molto surreale”. Vasyl va anche vicino alle linee del fronte a esibirsi per i soldati impegnati in prima linea, racconta come il black humour delle battute a Kiev lì si trasformi in qualcosa di diverso, una “dark darkness” dice. Una oscurità oscura.
Raccolta fondi per l’esercito
Da tre anni a questa parte, cruciale importanza ha assunto la raccolta fondi a favore dell’esercito. “Proviamo ad aiutarli, più che possiamo”, racconta Hanna Kochehura. “Il 20% degli incassi dei nostri show va all’esercito, e ci sono eventi completamente benefici”. E poi si gira verso un lanciarazzi arrugginito. “Vendiamo anche questo, la gente è felice di comprare roba del genere per aiutare l’esercito”. Adesso durante gli show ci sono le aste, i comedian vendono qualsiasi tipo di oggetto – da residuati bellici a t-shirt, fino a fittizie polverine di antenati da lanciare in Russia – e l’intero ricavato va a sostegno delle truppe al fronte. “Nel 2023 abbiamo raccolto qualcosa come 32 milioni di grivnia”, racconta Sviat Zagaikevich. L’equivalente di circa 655’000 franchi. Alcuni comedian hanno raccolto da soli anche quasi un milione di euro in tre anni, come Vasyl Baidak. “È molto importante, senti che non stai aiutando solo le forze armate, ma anche le persone ad affrontare questa realtà”, racconta Sviat Zagaikevich. Poi quello che definisce un paradosso. “Aiutiamo le persone a fuggire dalla guerra e non pensarci per due ore. Ma ricordiamo anche che la guerra è ancora in corso e che non dovremmo dimenticarcene”.
Il commento di Davide Maria De Luca da Kiev
Telegiornale 11.11.2024, 12:30