A 25 giorni dall'inizio dell'offensiva militare in Ucraina, l'avanzata delle forze armate russe sembra stazionare sui fronti già aperti, senza particolari progressi sul campo. Nel sud-est, in particolare, va avanti il durissimo assedio della città di Mariupol, dove oggi, secondo fonti ucraine, i russi hanno bombardato una scuola che ospitava circa 400 rifugiati. A Kiev in serata sono stati segnalati bombardamenti sui palazzi nel distretto di Podil, zona di negozi. Il sindaco Vitali Klitschko aveva già segnalato l'esplosione di una granata a ridosso di un condominio.
Un palazzo colpito a Kiev domenica
"Il fronte è praticamente congelato" e "l'aviazione russa di fatto non è attiva", ma ci sono solo "azioni tattiche" da entrambe le parti, ha dichiarato il consigliere alla presidenza ucraina, Oleksiy Arestovich, durante un briefing. Secondo l'ultimo rapporto dell'intelligence britannica, le truppe russe continuano ad avere problemi logistici di rifornimento (carburante e cibo), mentre la resistenza ucraina sta costringendo l'esercito di Mosca a dirottare nuove forze per sostituire le prime linee.
Intanto, il Ministero russo della difesa ha fatto sapere che oggi sono stati lanciati nuovi missili ipersonici dalla Crimea per distruggere un deposito di carburante nella regione di Mikolaiv, nel sud del Paese, dichiarando ancora una volta di non attaccare obiettivi civili. Secondo l'ONU, dall'inizio della guerra, almeno 902 civili sono stati uccisi e oltre 1'400 feriti, ma il bilancio potrebbe essere molto più pesante, dal momento che in alcune città (come Mariupol) non è stato ancora possibile fare delle ricognizioni.
Ucraina, la cronaca
Telegiornale 20.03.2022, 21:00
Sul fronte diplomatico, il presidente ucraino Volodymyr Zelenksky è tornato a chiedere alla Russia di avviare dei negoziati per mettere fine alla guerra. Sempre oggi, Zelensky ha tenuto un discorso in videocollegamento al Parlamento di Israele, esortando lo Stato ebraico a schierarsi, a "fare una scelta", adottando sanzioni contro la Russia e inviando aiuti militari. Intanto, la Turchia è tornata a offrire la propria disponibilità per un ipotetico incontro tra Zelensky e il presidente russo, Vladimir Putin. Incontro che, però, non è all'orizzonte.