Oggi, sabato 25 novembre, si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: manifestazioni e iniziative varie sono previste in tutto il mondo, Svizzera compresa. Qui, stando alle statistiche, 15 donne sono morte nel 2023 per mano di un uomo. Si stima che due donne su cinque, nel corso della loro vita, subiscano almeno una forma di violenza.
Come aiutare, quindi, le vittime di violenza? Fondamentale è riconoscere i segnali d’aiuto. E da un paio d’anni si fa largo un segnale universale che sta a indicare se una donna è in pericolo: quando si vede una donna che alza la mano e con il pollice tocca il palmo e le quattro dita si chiudono, come se fosse un saluto, significa che è in pericolo. Questo gesto ha già permesso di salvare molte persone.
Il gesto, semplice e veloce, è partito dal Canada non a caso durante la pandemia di coronavirus, periodo in cui le donne vittime di violenza domestica erano maggiormente in pericolo.
In un video diventato virale, una donna bionda chiede alla sua amica la ricetta del banana bread: durante la conversazione fa segno con la mano. Sullo sfondo si intravvede il suo aguzzino che non si accorge di niente. La conversazione tra le due amiche prosegue come se nulla fosse ma l’amica ha capito.
Cosa fare in questi casi? Importante non chiedere spiegazioni a voce che potrebbe sentire il diretto interessato, ma fare domande la cui risposta può essere solo sì o no. Far capire alla vittima che si è colto il messaggio e che si è disposti ad aiutarla. O chiamando la polizia oppure i centri antiviolenza.
In Svizzera ancora non esiste un numero verde per le vittime di violenza domestica, ma dovrebbe esser introdotto entro il 2025. In casi urgenti occorre chiamare la polizia al 117 o l’ambulanza al 144. Un’alternativa è il 143, il telefono amico, attivo 24 ore su 24, anche via chat.
Ci sono poi le case protette e il servizio d’aiuto per le vittime di reati. L’importante è sapere di non essere sole e di avere una via d’uscita.
La violenza in casa
Il Quotidiano 23.11.2023, 19:00