Tre milioni di cittadini moldavi sono chiamati domenica a rinnovare il Parlamento di Chisinau. Lotta alla corruzione e alla criminalità sono i principali obiettivi dichiarati da tutti i maggiori partiti in corsa per i 101 seggi della Camera unica. Sono invece divisi sulla politica internazionale e il collocamento sullo scacchiere geopolitico del paese, incastonato tra Ucraina e Romania. La Repubblica di Moldavia è una delle nazioni più povere del Vecchio continente; il reddito pro-capite supera appena i 200 franchi mensili.
Gli elettori dovranno scegliere tra gli schieramenti pro-Russia e pro-Europa. L'ex Repubblica sovietica è corteggiata insistentemente sia da Bruxelles, sia da Mosca. Ma ci sono pure quelli che mirano all'unione alla vicina regione moldava della Romania e chi vorrebbe mantenere lo statu quo. E poi. Poi c’è sempre la questione della Transnistria, la regione a est del fiume Nistro, dichiaratasi indipendente nel 1990 (ma mai riconosciuta dalla comunità internazionale per la quale fa parte della Repubblica di Moldavia) che nel 2014 ha chiesto l’adesione alla Federazione russa.
Per vigilare sul voto, sul posto ci sono quasi 800 osservatori internazionali. Il clima è piuttosto teso. Sabato sera una delle forze che si battono per l'adesione all'UE ha inscenato una protesta davanti all'ambasciata russa, accusando Mosca di "destabilizzare gli elettori moldavi".
Secondo i sondaggi, nessuna delle 15 formazioni in lizza è in grado di ottenere una solida maggioranza. Potrebbero spuntarla i partiti di centro sinistra. Ma i socialisti del presidente Igor Dodon aspirano a cancellare il trattato - sottoscritto 5 anni fa – di cooperazione politica ed economica con l'Unione europea. I democratici attualmente al Governo sono invece per l'avvicinamento a Bruxelles. Ma questi potrebbero anche allearsi con la nuova piattaforma di centro destra - denominata ACUM - che mira alla rapida adesione all'UE.
RG 18.30 del 24.02.19: il servizio di Alberto Andreani
RSI Info 24.02.2019, 12:29
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