Il piano di pace per il Medio Oriente presentato martedì da Donald Trump "non è realistico". A sostenerlo è Aaron Miller, vicepresidente del Wilson Center di Washington e già consigliere sul Medio Oriente di diverse amministrazioni americane sia democratiche che repubblicane.
Il presidente statunitense ha presentato il piano come "un grande passo verso la pace", attraverso la creazione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, con Gerusalemme "capitale indivisibile" dello Stato ebraico. Ma se i progetti di Washington sono stati accolti con favore da Israele, a Ramallah sono stati fortemente criticati, in quanto "garantirebbero a Israele la sovranità su territori palestinesi", gli insediamenti nei territori occupati.
Le valutazioni dell'ex consigliere sul Medio Oriente, Aaron Miller
"Trump e il suo consigliere Jared Kushner avrebbero dovuto capire che non è il momento giusto per israeliani e palestinesi per prendere decisioni importanti", osserva l'esperto. Questo, "per la mancanza di fiducia tra le parti soprattutto e per le scelte dell’amministrazione Trump di garantire nient’altro che miele a Israele e un sacco di aceto ai palestinesi".
Con questa mossa, in parte "c’è il desiderio di rafforzare Benjamin Netanyahu" in vista delle elezioni di marzo. "Gli americani vorrebbero averlo ancora a novembre, quando si voterà per il nuovo presidente negli Stati Uniti. È molto utile a Trump, serve a dimostrare agli elettori che lui stesso e i repubblicani sono il partito a cui rivolgersi quando si tratta di essere pro Israele", spiega Miller.
In conclusione, "se gli americani avessero voluto un piano mirato davvero alla pace, avrebbero dovuto fare diversamente, ma non lo hanno fatto", osserva. Dunque, i palestinesi non considerano più gli americani come un negoziatore neutrale? "Credo sia così. Le tre volte precedenti che gli Stati Uniti hanno cercato di favorire un negoziato hanno preso in considerazione le esigenze di entrambi, israeliani e palestinesi. È accaduto con Henry Kissinger, Jimmy Carter e sotto la presidenza di George Bush padre. E abbiamo avuto successo, siamo stati un negoziatore onesto, ascoltando i bisogni delle due parti. Credo che ora abbiamo rinunciato a questo ruolo", risponde l'ex consigliere sul Medio Oriente.
Medio Oriente, Palestinesi contro Trump
Telegiornale 29.01.2020, 21:00
Palestinesi contro il piano di Trump
Telegiornale 29.01.2020, 13:30