L'aereo con a bordo Francesco è decollato venerdì mattina da Roma alla volta dell'Iraq, per il primo viaggio del pontefice dallo scoppio della pandemia. E sarà il primo Papa a visitare il Paese mediorientale, in un periodo carico di rischi. Da un lato quelli legati al coronavirus, dall'altro le violenze che continuano a insanguinare la regione.
Un pellegrinaggio al quale non ha però voluto rinunciare, nonostante gli attacchi degli ultimi giorni, e che vuole essere un messaggio di speranza e di pace non solo per i cristiani, ma anche per le altre comunità religiose, divise da violente rivalità.
Dopo l'arrivo a Baghdad venerdì, dove incontrerà le autorità irachene così come vescovi e sacerdoti cristiani. La prima mano tesa verso le altre religioni sarà sabato, con l'arrivo a Najaf, città santa dei sciiti, e l'incontro con il grande ayatollah Sayyd Alì Al-Sistani, a cui farà seguito la visita a Ur, casa di Abramo. Domenica sarà la volta del Kurdistan iracheno, dove pregherà per le vittime della guerra e visiterà il villaggio da cui, nel 2014, i cristiani furono cacciati durante l'offensiva del califfato.
Un viaggio dal grande contenuto simbolico: oltre alla visita alla culla delle tre religioni monoteiste, con le quali il Papa da anni lavora per riallacciare i contatti, sarà anche nel cuore di una delle regioni che negli ultimi anni è stata più colpita dalle violenze legate alla fede.
La puntata di Modem del 04.03.2021 dedicata al viaggio del Papa:
Il Papa tra le macerie lasciate dall'Isis
Modem 04.03.2021, 08:20
Contenuto audio
Lo storico viaggio di Francesco in Iraq
Telegiornale 04.03.2021, 21:00