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Una diretta che può costare anni di carcere

Marina Ovsiannikova , la donna che ha fatto irruzione nello studio del telegiornale della prima rete russa per dire no alla guerra, è finita sotto inchiesta

  • 15 marzo 2022, 12:57
  • 20 novembre, 18:29
00:17

Notiziario delle 23.00 del 14.3.2022 - Russia, interrompe il TG: "No War"

RSI Info 15.03.2022, 00:21

Marina Ovsiannikova, impiegata, o con tutta probabilità ormai ex impiegata, del “Pervy Kanal”, il primo canale della televisione pubblica russa: è lei la donna che ieri sera ha fatto irruzione nello studio televisivo mentre era in corso il programma “Vremia”, corrispettivo del nostro telegiornale serale, brandendo un cartello con la scritta “no alla guerra, non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”.

“I russi sono contro la guerra”, c’era anche scritto sul cartellone. Una comparsata durata pochi secondi, ma sufficienti per essere vista da milioni di persone sintonizzate per ricevere le ultime informazioni – rigorosamente vagliate dal Cremlino – sull’”operazione militare speciale in Ucraina”.

La presentatrice ha continuato imperturbabile a leggere le notizie e subito è stato lanciato un reportage; al rientro in studio, di Ovsiannikova non c’era più neanche l’ombra.

È ricomparsa in rete in seguito, in un video preregistrato – del quale è stata diffusa anche una versione in inglese – nel quale spiega che suo padre era ucraino e che sua madre è russa e per questo non concepisce i due paesi come nemici.

Ha inoltre spiegato di essersi pentita di aver lavorato tutti questi anni per il primo canale televisivo, che ha contribuito alla “zombificazione” del popolo russo.

Stando a OVD-Info, una ONG russa per la promozione dei diritti umani, la donna è finita in manette – non è chiaro se sia stata solo fermata e in seguito rilasciata o se sia tuttora in arresto – e potrebbe essere perseguita per aver diffuso informazioni che le autorità ritengono false in merito alle operazioni miliari in ucraina, così come prevede una legge recentemente avallata che punisce con pene fino a 15 anni di carcere chi diffonde notizie ritenute false e tendenziose.

L’episodio si è quindi verificato in un clima di dura repressione del dissenso contro la guerra da parte delle autorità. Manifestazioni spontanee sono proibite in Russia e la polizia non esita a sedare sul nascere qualsiasi forma di protesta contro l’invasione dell’Ucraina.

Nel frattempo, il video dell’incursione di Ovsiannikova è diventato virale e la notizia della sua protesta in diretta ha fatto il giro del mondo.

"Marina è scomparsa"

La donna, riferisce la CNN, risulta al momento scomparsa. L'emittente cita il suo avvocato: "Non riusciamo a trovarla", ha detto Dmitry Zakhvatov dopo che inizialmente gli amici della donna avevano detto che si trovava al dipartimento di polizia di Ostankino, a Mosca.

Il giallo del profilo twitter

“Non rinnego quello che ho fatto, la vedo come una medaglia al valore. Non so cosa mi succederà ma il mio avvocato mi ha detto che rischio fino a dieci anni di prigione. Sono stata rilasciata e ora sono agli arresti domiciliari”, si legge martedì mattina su quello che appare a prima vista come l’account Twitter della stessa Ovsiannikova. L’account, non verificato, è però stato creato solo qualche giorno fa, e già verso fine mattinata risultava cancellato. I primi tweet contro l'intervento in Ucraina risalgono però al 9 marzo, quasi una settimana prima dell'irruzione sul plateau televisivo.

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Il profilo come appariva martedì mattina

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A fine mattinata tuttavia il profilo no risultava più raggiungibile.

La Russia ha inoltre bloccato a inizio mese l’accesso a vari siti, tra i quali Facebook e Twitter, ma la censura può essere aggirata usando per esempio il browser Tor o servendosi di una connessione VPN.

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