La guerra in Siria dura ormai da 10 anni: ha causato circa mezzo milione di morti, devastando città e campagne, in un Paese che impiegherà decenni per rialzarsi e che continuerà a essere incubatore di radicalismi di ogni sorta.
Era il 15 marzo del 2011, quando vennero organizzate le prime dimostrazioni pubbliche contro il Governo centrale, sulla scorta della Primavera araba. Manifestazioni di protesta che si svilupparono su scala nazionale, a partire dal 2012, diventando una vera e propria guerra civile.
Inizialmente, le proteste avevano lo scopo di spingere alle dimissioni il presidente Bashar al Assad ed eliminare la struttura monopartitica retta dal Ba’th. Tuttavia, con l’esacerbarsi degli scontri, si è aggiunta una sempre maggior presenza delle frange dell’estremismo islamico sunnita, anche grazie all’appoggio di nazioni e movimenti del Golfo Persico e la presenza di combattenti stranieri. Lo jihadismo è entrato prepotentemente in scena, fino alla creazione dell’organizzazione Stato islamico, che per anni ha controllato una vasta porzione di territorio a ridosso della frontiera fra Siria e Iraq.
A causa della sua posizione strategica, dei legami internazionali e del perdurare della guerra, il conflitto ha coinvolto con il passare degli anni vari paesi confinanti e gran parte della comunità internazionale.
Siria, il reportage della nostra inviata
Telegiornale 03.05.2018, 14:30
I bambini vittime del conflitto
La Siria, lacerata al suo interno, è ormai divisa in zone di influenza di attori stranieri. La ricostruzione delle infrastrutture è lontana anche perché non ci sono investitori locali e stranieri. La ricomposizione del tessuto comunitario è ancor più un miraggio: dieci milioni di siriani su venti hanno dovuto abbandonare le loro case, fuggendo all'estero o rimanendo sfollati tra le macerie, esposti a bombardamenti e violenze.
Una parvenza di normalità per le strade di Damasco
Le principali vittime di questo conflitto, ancora una volta, sono i bambini, che da 10 anni crescono all’ombra delle violenze armate.
Sono milioni quelli che non hanno conosciuto un vero e proprio percorso scolastico e secondo l’UNICEF, il 90% dei minori siriani necessita di assistenza umanitaria. Dal 2011 al 2020 più di 12’000 minori sono stati uccisi o feriti; più di 5’700 bambini, anche molto piccoli, sono stati reclutati nei combattimenti; più di 1’300 strutture sanitarie e scolastiche, con il relativo personale, sono state attaccate dalle parti in conflitto.
Bimbi siriani in un campo profughi in Libano, nella Valle della Beqa'
Al Assad sempre al potere
Tra poche settimane nella Siria governativa, dominata da decenni da un sistema autoritario, dovrebbero svolgersi le elezioni politiche. E in estate sono previste le elezioni presidenziali: una pura formalità per la conferma, per il quarto settennato consecutivo, di Bashar al Assad, figlio ed erede politico del presidente Hafez al Assad.
Bashar è rimasto al potere, anche grazie al sostegno della Russia di Putin
Il ruolo di Russia, Iran e Turchia
La Siria governativa è formalmente controllata dalle forze del regime di Damasco ma la Russia e l'Iran, assieme alle milizie libanesi e irachene, dominano ampie porzioni di territorio e hanno un ruolo nel processo decisionale politico, finanziario, diplomatico.
Nel nord del Paese la Turchia, grazie alla cooptazione di milizie arabe radicali e anti-curde, è sempre più padrona di una fascia di confine che va dal Mediterraneo all'Iraq, assicurandosi un'egemonia commerciale e culturale che sarà difficile da contrastare. Nel nord-est e nell'est, le autorità curdo-siriane, una costola politica del Partito dei lavoratori curdi (PKK), sostenuto di fatto sia dagli Stati Uniti sia dalla Russia, faticano a gestire un territorio tribale, ripreso al controllo dell'IS ma reso instabile da un'irrisolta tensione comunitaria a sfondo politico ed economico tra arabi e curdi.
10 anni di conflitto in Siria
Telegiornale 15.03.2021, 13:30