La visita a Teheran della pornostar Whitney Wright, sostenitrice della causa palestinese, ha attirato in questi giorni l’attenzione degli iraniani in esilio e scatenato critiche contro le autorità. Se serve ad attaccare Israele, affermano, si è disposti a tollerare la presenza di una persona che, in base alla legge islamica, a causa del suo lavoro potrebbe essere condannata a morte. Questo mentre invece le donne che non portano il velo vengono severamente punite.
La Wright, con l’hijab, ha condiviso foto di sé in luoghi come l’ex ambasciata statunitense. Lì ha posato accanto a una bandiera a stelle e strisce.
Per entrare in Iran deve aver avuto un visto. L’agenzia Tasnim ha scritto che la visita era privata e che non si era a conoscenza della natura “oscena” della sua professione. Il portavoce del Ministero degli esteri ha detto dal canto suo di non sapere del viaggio.
Recarsi in Iran non è vietato agli statunitensi, ma Washington lo scoraggia, per il rischio di essere imprigionati sotto pretesto e essere usati come moneta di scambio.
Il Premio Sakharov a Mahsa Amini e alle donne iraniane
Telegiornale 19.10.2023, 20:36