Emmanuel Macron ha perso la scommessa politica tentata sciogliendo il Parlamento dopo la sconfitta nelle elezioni europee. Quella incassata nelle legislative di domenica è ancora più cocente e la stampa francese non esita a parlare di “disastro” nei suoi commenti di lunedì. Il Rassemblement National di Marine Le Pen e del 28enne candidato premier Jordan Bardella conquista oltre il 33% dei suffragi, contro il 28% del Nuovo fronte popolare che raggruppa la sinistra e il 20% della formazione del presidente.
L’estrema destra è stata votata da oltre 10 milioni di persone, quasi il triplo delle elezioni del 2022, complice una partecipazione elevata come non si vedeva dal 1997: siamo oltre il 66%, 20 punti in più rispetto a due anni fa. Al primo turno il Rassemblement National ha già visto eletti 39 deputati contro i 32 della sinistra. Ora chiede ai francesi di assicurargli la maggioranza assoluta in Parlamento in occasione del secondo turno fra una settimana.
Settimana che sarà quindi cruciale nella ricerca di alleanze per frenare l’RN: “Abbiamo sette giorni per evitare la catastrofe”, ha dichiarato Raphael Glucksmann, uno dei leader della “gauche”, che intende ritirare dal ballottaggio i suoi candidati giunti domenica al terzo posto nelle rispettive circoscrizioni. Ma la destra dei Républicains non farà appelli a votare contro l’estrema destra al secondo turno. Anzi, per Eric Ciotti, il presidente, che nei giorni scorsi aveva spaccato il partito annunciando il sostegno al candidato di RN, “la vittoria per portare Bardella a Matignon è ormai in vista”.
La soglia da raggiungere è fissata a 289 seggi e il Rassemblement National è dato - in prospettiva - fra i 255 e i 295.
Due gli scenari che si tratteggiano per il prossimo futuro: quello di una coabitazione fra Macron e un Parlamento e un Governo nelle mani della destra e - in alternativa - un’Assemblea nazionale bloccata dall’assenza di una chiara maggioranza.
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