Mondo

Una sinistra divisa

Intervista ad Achille Occhetto, alla vigilia di un weekend cruciale per lo schieramento progressista in Italia

  • 10 marzo 2017, 22:21
  • 23 novembre, 06:29
Achille Occhetto, ultimo segretario del PCI e primo segretario, fra il 1991 e il 1994, del Partito democratico della sinistra

Achille Occhetto, ultimo segretario del PCI e primo segretario, fra il 1991 e il 1994, del Partito democratico della sinistra

  • ansa

Si apre un weekend denso di appuntamenti importanti per il mondo della sinistra italiana. Dopo la scissione dell’ala più a sinistra nel PD, Matteo Renzi da Torino lancia la sua candidatura per le primarie del partito che si terranno a fine aprile. A Roma invece l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia domani presenterà il movimento Campo Progressista, con l’intento di federare tutti i partiti di sinistra. Di tutto questo ne abbiamo parlato con chi ha vissuto in prima linea un altro momento cruciale per la sinistra italiana, Achille Occhetto, l’ultimo segretario del Partito comunista italiano che nel 1989 cambiò nome in Partito dei democratici di sinistra. Lo ha intervistato il nostro corrispondente a Roma Claudio Bustaffa.

Non siamo di fronte a una normale scissione nel Partito Democratico, le scissioni avvengono sulla base di progetti, qui ci troviamo di fronte invece a una deflagrazione pericolosa. Da una parte c’è Matteo Renzi che non sa aggiornarsi rispetto ai mutamenti profondi che stanno avvenendo nel mondo, dall’altra abbiamo dei guastatori che sanno dire solo no, ma non sanno progettare qualcosa di nuovo per la sinistra.

Cosa avrebbe dovuto fare Renzi?

Avrei voluto che Renzi avesse detto che del referendum del 4 dicembre importava poco o nulla, ma che il vero problema è che oggi si è di fronte a un tornante mondiale spaventoso, con l’emergere della destra, dei populismi e l’uscita dall'Europa.

Renzi da qualche giorno sta usando lo stesso slogan del francese Macron, ovvero “in cammino”..secondo lei sta seguendo un percorso simile? Una formazione che va al di là del centrosinistra e del centrodestra che abbiamo conosciuto finora?

Se questa è la sua strada, ancora non l’ho capito. Vediamo cosa succede al Lingotto di Torino. Non vedo ancora una direzione chiara della sua linea politica, temo che “in cammino” sia solo uno slogan.

Anche il mondo dei partiti a sinistra del PD è in pieno fermento, ma è fatto di tante formazioni, e piccole. Domani Pisapia presenterà Campo Riformista, riuscirà nel suo intendo di federarle?

Guardo con interesse all’esperienza di Pisapia, perché propone uno spostamento dell’asse politico verso sinistra, dialogando però positivamente con le altre componenti. Senza parlare alla “pancia”, è quindi una linea responsabile.

Perché la sinistra sta perdendo colpi in modo così netto?

Dobbiamo ragionare in chiave europea: la socialdemocrazia europea è in grave difficoltà perché ha sposato per troppo tempo la linea e le ricette neoliberiste e quindi è vista come corresponsabile delle politiche europee sbagliate.

Claudio Bustaffa

02:51

L'intervista di Claudio Bustaffa a Achille Occhetto

RSI Info 10.03.2017, 22:15

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