Le autorità birmane e due agenzie dell’ONU hanno raggiunto un accordo preliminare per istituire una procedura che crei le condizioni per un ritorno in patria dei circa 700'000 Rohingya rifugiatisi in Bangladesh in fuga dall'offensiva dell'esercito birmano dallo scorso agosto. Il memorandum di intesa sarà firmato la settimana prossima.
L'Alto commissariato per i rifugiati e il Programma di sviluppo si sono accordati con il governo di Naypyidaw per un ritorno "volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile" dei rifugiati "ai loro luoghi di origine o di loro scelta". L'accordo consentirà anche alle due agenzie di accedere alle aree dello Stato Rakhine, da dove sono fuggiti in Rohingya. Finora la zona era stata chiusa agli operatori umanitari e ai media.
Poche settimane dopo l'inizio dell'emergenza umanitaria, un alto rappresentante dell'ONU aveva definito la condotta dell'esercito birmano contro i Rohingya "un esempio da manuale di pulizia etnica". Il governo birmano, guidato de facto da Aung San Suu Kyi, ha sempre respinto le accuse, puntando il dito contro i media e le "notizie false" da essi diffuse.
ATS/ANSA/Swing