I dazi imposti da Donald Trump hanno segnato il vertice dei ministri delle finanze del G7 di venerdì nella stazione invernale canadese di Whistler. Washington si è ritrovata isolata in una sorta di G6 contro uno, come confermato dal rappresentante nipponico Taro Aso: dopo l'Unione Europea, anche il Canada ha annunciato contromisure e il Giappone si riserva di fare lo stesso. L'inviato della Casa Bianca Steven Mnuchin, in difficoltà, ha invitato gli omologhi a rivolgere le loro rimostranze direttamente al presidente.
Particolarmente evidente è il cambio di direzione di Ottawa, che pure è legata agli Stati Uniti per il 75% del suo commercio estero: il premier Justin Trudeau, di solito fautore di una politica dai toni accomodanti, ha imposto dazi su prodotti statunitensi per 16,6 miliardi di dollari, l'equivalente di quelli che hanno colpito acciaio e alluminio canadesi. Ha rifiutato inoltre di partecipare a un nuovo round negoziale sull'Alena, il trattato commerciale che coinvolge anche il Messico.
Per gli Stati Uniti rimane intanto aperto un altro fronte: da sabato il segretario al Commercio Wilbur Ross è a Pechino.
pon/ATS/AFP