L'annuncio della statunitense Pfizer e della tedesca BioNtech, secondo il quale il loro prodotto è efficace al 90% nel prevenire il coronavirus e senza effetti collaterali, sono "una buona notizia. La corsa al vaccino COVID-19 è senza precedenti, potremmo averne uno in 18 mesi quando finora non ci erano mai voluti meno di quattro anni", afferma Alessandro Diana infettivologo, esperto di vaccini e professore all'Universita di Ginevra.
RG 18.30 del 09.11.2020 L'intervista a Alessandro Diana infettivologo, esperto di vaccini e professore all'Universita di Ginevra
RSI Info 09.11.2020, 20:37
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La comunità scientifica, tuttavia, non si lascia prendere dall'euforia: per l'entrata sul mercato bisognerà ancora attendere. La stessa aziende farmaceutica, spiega Diana, precisa che si tratta di "un preannuncio, un annuncio di dati preliminari. Per rispettare tutta la tempistica e confermare che funziona bisogna aspettare dicembre". Gli stessi esperti "hanno visto solo il comunicato (...) che dovrà essere confermato dagli studi".
I dati sono "molto favorevoli" conferma anche Alessandro Ceschi, primario dell'Istituto di scienze farmacologiche dell'EOC, e anche quelli sulla sicurezza dopo il monitoraggio per due mesi degli oltre 43'000 volontari, che verranno poi seguiti per due anni. Andrà verificato in futuro anche quale sarà la durata della risposta immunitaria e degli anticorpi. La presentazione del dossier per l'omologazione "per un utilizzo emergenziale" è prevista fra due settimane. I tempi potrebbero essere abbreviati rispetto a quanto si calcolava.
Quando il vaccino in Svizzera? La risposta di Alessandro Ceschi dell'EOC
RSI Info 10.11.2020, 00:11
La Confederazione ha fatto finora accordi con altre aziende: quando potremo avere il vaccino in Svizzera? "Dire esattamente quante dosi avremo non è possibile ora", risponde Ceschi, "l'Ufficio federale della sanità pubblica finora si è mosso bene, con contatti su più fronti in parallelo e vista la produzione annunciata sono convinto che anche la Svizzera riuscirà ad avere un approvvigionamento".
Un vaccino di nuovo tipo
Il vaccino di Pfizer e BioNtech si basa su una tecnologia nuova, di tipo mRNA, con il materiale genetico del virus, a differenza di quelli "inattivi" con una parte del virus, o "attenuati" come quello del morbillo. La protezione del 90% viene raggiunta sette giorni dopo la seconda di due dosi, da prendere a tre settimane di distanza l'una dall'altra. È superiore al 50%-70% richiesto dalla Food and drugs administration statunitense quale soglia per l'omologazione, che equivale grosso modo ai dati dei prodotti contro l'influenza stagionale. Il dottor Anthony Fauci, l'uomo forte della lotta alla pandemia negli Stati Uniti, aveva detto che sarebbe stato contento con un 60%. Pfizer e BioNtech hanno già firmato o stanno per firmare preaccordi per fornire centinaia di milioni di dosi a Stati Uniti, UE e Giappone, fra gli altri. Le due aziende ritengono di poterne fornire 50 milioni entro fine anno e 1,3 miliardi nel 2021. Dal canto suo l'OMS, che nel suo ultimo aggiornamento recensiva 47 candidati di cui 10 giunti alla fase 3 di test su decine di migliaia di volontari ciascuno (fra questi quelli di Moderna, di AstraZeneca e lo Sputnik V russo), stima ancora che una campagna di vaccinazione delle fase più a rischio della popolazione più vulnerabile.