Il Venezuela è sconvolto dal disastroso impatto del blackout che paralizza gran parte del sistema elettrico del Paese da giovedì scorso. Sabato almeno 13 persone sono morte in un solo ospedale - il Manuel Nunez Tovar di Maturin, che non dispone di un generatore - a causa dei macchinari resi inutilizzabili dalla mancanza di corrente.
Secondo l'associazione Netblock, che mappa in tempo reale le attività su internet, nella mattinata di sabato il 96% del Venezuela risultava offline. La metropolitana di Caracas è rimasta chiusa per il secondo giorno consecutivo e circa 800 passeggeri hanno dovuto dormire al buio all'aeroporto di Maiquetia.
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha denunciato che il blackout è stato causato da una serie di "attacchi cibernetici, elettromagnetici e fisici", in una operazione di "sabotaggio criminale" organizzata dagli Stati Uniti e messa in atto con la complicità di "sabotatori golpisti infiltrati" nell'ente elettrico nazionale Corpoelec.
Per l'opposizione, invece, il blackout iniziato giovedì - il più lungo ed esteso che si ricordi nel Paese - è solo un episodio particolarmente acuto in un processo di deterioramento della rete elettrica che va avanti da oltre un decennio.
Bloccati in mezzo a questo dialogo tra sordi, i venezuelani si trovano in una situazione di caos, senza luce, poca acqua e -senza trasporti - con il cibo che marcisce.
ATS/M. Ang.
Venezuea: blackout mortale
Telegiornale 10.03.2019, 13:30