Il duello a distanza fra il capo dello Stato venezuelano Nicolas Maduro e Juan Guaidò, riconosciuto quale presidente dagli Stati Uniti e da diversi paesi latinoamericani e dell'UE, è proseguito sabato quando i sostenitori di entrambi sono tornati a migliaia a manifestare a Caracas. "Ci aspettano giorni difficili, il regime proverà a dividerci (...) È fondamentale che continuiamo a scendere nelle strade", ha dichiarato il giovane leader dell'opposizione.
Venezuela ancora in blackout
Telegiornale 09.03.2019, 21:00
Le forze di sicurezza, usando anche spray al pepe secondo i dimostranti, hanno provato in un primo tempo a impedire l'afflusso di gente verso il raduno, prima di ritirarsi.
I fedeli a Maduro hanno invece marciato verso il palazzo presidenziale di Miraflores, dove sono stati arringati dal ministro degli esteri Jorge Arreaza e dal presidente dell'assemblea costituente Diosdado Cabello. "Siamo un popolo che resiste", ha affermato il primo, mentre il secondo ha insistito sull'unità fra popolo e forze armate "ogni giorno più forte".
I venezuelani soffrono da anni di una profonda crisi economica, che ha spinto tre milioni di persone a lasciare il paese dal 2015 a oggi. Venerdì quasi tutto il territorio è stato toccato da un grande blackout, solo in parte rientrato e sulle cui responsabilità le due parti danno versioni diametralmente opposte.