L'esercito venezuelano è impegnato, da sabato e fino a domenica, in esercitazioni militari lungo la frontiera con la Colombia. Esercitazioni volute dal presidente Nicolás Maduro. Una prova di forza in un Paese in grave crisi, mentre continua lo scontro tra il Governo e il leader dell’opposizione, Juan Guaidò. Quest'ultimo, a detta di Maduro, sarà arrestato in tempi brevi.
Intanto a sfilare per difendere la rivoluzione ci sono l'esercito, le forze speciali, la polizia militare. A scendere in strada anche le brigate popolari, milizie volontarie d’ispirazione cubana, riservisti pronti a essere chiamati in caso di invasione esterna.
Mentre il Governo mostra i muscoli, Guaidò è tornato a Caracas dopo un vero e proprio tour mondiale di tre settimane, nel quale ha incontrato diversi presidenti amici. Guaidò promette ai suoi che lo stallo attuale potrà finire presto; di tutt’altro avviso Maduro, che minaccia, anche lui ancora una volta, di arrestarlo e metterlo così fuori gioco. “I nostri tribunali prima o poi spiccheranno un mandato d’arresto contro il signor Guaidò per tutti i delitti che ha commesso. Lui andrà in prigione; quel giorno non è ancora arrivato, ma siamo vicini“.
Divisi su tutto, in uno scontro perenne mentre continua la gravissima crisi economica che mette in ginocchio tutto il Paese; perché tra promesse, minacce e parate militari l’emergenza sociale è l’unica costante che accompagna il Venezuela.