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Venezuela, terzo mandato per Maduro tra sanzioni e proteste

Il presidente uscente ha giurato a Caracas - Insorge l’opposizione, appoggiata da USA e UE ma Russia Cina e altre 100 rappresentanze diplomatiche sono presenti

  • 3 ore fa
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Venezuela, iniziato il terzo mandato di Nicolas Maduro

Telegiornale 10.01.2025, 19:55

Di: AFP/ATS/M. Ang, 

Il presidente venezuelano uscente, Nicolas Maduro, ha giurato venerdì per un terzo mandato di sei anni, che lo vedrà ancora alla guida del Paese fino al 2031. Era stato proclamato vincitore delle elezioni di luglio senza aver pubblicato le prove del suo successo, nonostante il pressing internazionale. “Giuro che questo nuovo mandato presidenziale sarà all’insegna della pace, della prosperità, dell’uguaglianza e di una nuova democrazia”, ha detto davanti al presidente dell’Assemblea, Jorge Rodriguez, che ha poi dichiarato: “Lei ha giurato come presidente costituzionale”.

L’opposizione, che rivendica la vittoria del suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, ha definito l’investitura un “colpo di Stato”. E ad accompagnare la giornata sono state anche le levate di scudi dell’occidente e di numerosi Paesi della regione, che oltre a disertare la cerimonia al palazzo del Congresso di Caracas, hanno fatto arrivare chiara la loro protesta con sanzioni, dichiarazioni politiche sull’illegittimità dell’atto, mentre Washington ha elevato la taglia per la cattura del capo di stato chavista a 25 milioni di dollari.

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L'analisi di Emiliano Guanella

Telegiornale 10.01.2025, 19:55

Sono invece circa 100 le rappresentanze diplomatiche di vari Paesi arrivate in Venezuela per l’insediamento di Maduro. Tra questi la Russia è stata rappresentata dal presidente della Duma (camera del Congresso), Vyacheslav Volodin, arrivato per conto del presidente Vladimir Putin. La Cina ha inviato un rappresentante parlamentare, Wang Dongming, per conto del presidente Xi Jinping. Presenti anche forum politici come l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), con il segretario generale, Haitham Al-Ghais. Ieri sera erano arrivate le delegazioni di Algeria, Repubblica Araba Saharawi, Antigua e Barbuda, Santa Lucia e Grenada, e l’algerino Ibrahim Boughali, presidente dell’Unione interparlamentare araba.  

Alla cerimonia era presente anche l’ex presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya (2006-2009), ora consigliere del presidente del Paese, Xiomara Castro. Si registrano anche gli arrivi di delegazioni di partiti politici di diversi Paesi. Il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, è uno dei pochi capi di Stato presenti, insieme al presidente del Nicaragua, Daniel Ortega.

Maduro è arrivato al Palazzo dell’Assemblea Nazionale intorno alle 10.30 ora locale (14.30 GMT), passando tra soldati in abito di gala. Ha giurato su una copia originale dell’attuale Costituzione, firmata da Hugo Chávez, fondatore della rivoluzione bolivariana. E pochi istanti dopo aver ricevuto la fascia presidenziale, nel suo primo intervento del nuovo mandato, il presidente è tornato a ripetere che “il Venezuela non si colonizza né si domina, né con la diplomazia del bastone né con quella della carota. Faremo rispettare la Costituzione una e mille volte, come l’abbiamo fatta rispettare in questi anni”.

Ma il presidente ha anche indicato la sua ricetta per il futuro del Paese, promettendo “cambiamenti radicali” con l’approvazione del “Piano delle sette trasformazioni”. In un discorso infuocato dedicato principalmente difendere il suo potere, Maduro ha fornito alcuni dettagli, indicando la costruzione di “un nuovo modello economico nazionale, produttivo, diversificato e autosufficiente”, “città umane”, il consolidamento di meccanismi che garantiscano la sicurezza, la difesa e la pace”, oltre allo sviluppo di un’economia verde” e l’emergere del nuovo mondo multipolare e multicentrico” con il Venezuela “in prima linea nella nuova geopolitica di pace e trasformazione del mondo, insieme ai Paesi del Brics”.

Con la fascia presidenziale al collo e la grande “collana della chiave dell’Arco”, che apre il sarcofago di Simon Bolivar, Maduro ha insistito: “Dite quello che volete, fate quello che volete, ma questa investitura costituzionale (...) non poteva essere impedita ed è una grande vittoria per la democrazia venezuelana”.

L’opposizione ha reagito con un comunicato, denunciando “l’usurpazione del potere da parte di Nicolas Maduro (...), sostenuta dalla forza bruta e ignorando la sovranità popolare espressa con forza il 28 luglio”. “È Edmundo Gonzalez Urrutia che deve essere investito oggi o domani (...) La volontà del popolo sarà rispettata”, conclude il comunicato. Alfredo Romero, presidente dell’ONG Foro Penal, che documenta le detenzioni politiche in Venezuela, ha riferito venerdì durante la cerimonia che dall’inizio dell’anno ha registrato “49 arresti per motivi politici, 42 dei quali dal 7 gennaio. E questo continua”.

L’area intorno all’Assemblea, nel centro di Caracas, è stata isolata dalle forze dell’ordine, mentre la televisione pubblica ha trasmesso le immagini di centinaia di sostenitori di Maduro che marciavano per le strade.

Gli Stati Uniti hanno subito denunciato una “messinscena” e imposto nuove sanzioni contro Caracas. “Oggi Nicolas Maduro ha organizzato un’inaugurazione presidenziale illegittima in Venezuela nel disperato tentativo di prendere il potere”, ha dichiarato il Segretario di Stato USA, Antony Blinken. Londra ha definito Nicolas Maduro “illegittimo” e ha imposto sanzioni contro 15 figure chiave del governo. Maduro non ha “alcuna legittimità democratica”, ha dichiarato il capo della diplomazia europea, Kaja Kallas.

La cerimonia di insediamento arriva un giorno dopo le manifestazioni dell’opposizione che hanno contestato la vittoria del 62enne capo di Stato socialista alle elezioni del 28 luglio, la cui dichiarazione è stata seguita da disordini e migliaia di arresti.
Dopo la cerimonia di insediamento, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, secondo il suo portavoce, ha chiesto il rilascio di tutte le persone “detenute arbitrariamente”.

Nella Repubblica Dominicana, giovedì, Edmundo Gonzalez Urrutia ha ribadito di essere il “presidente eletto”.

Giovedì il governo ha indetto una marcia a sostegno del presidente Maduro nella capitale, mentre l’opposizione ha organizzato una manifestazione durante la quale la sua leader, Maria Corina Machado, che vive in clandestinità dalle elezioni, è apparsa in pubblico per la prima volta da agosto. “Migliaia di manifestanti hanno scandito: “Non abbiamo paura! Alla fine della giornata l’opposizione ha prima annunciato l’arresto “violento” della sua leader Maria Corina Machado e poco dopo il suo rilascio. Le autorità hanno smentito questa versione dei fatti, con il procuratore generale Tarek William Saab che ha denunciato “un’operazione psicologica volta a scatenare la violenza in Venezuela”.

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