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La sentenza conferma Maduro, ma l’opposizione non ci sta

A quasi a un mese dalle elezioni in Venezuela si è espressa la Corte Suprema confermando prevedibilmente la vittoria del presidente – Urrutia: “Nessuna sentenza fermerà la verità”

  • 23 agosto, 07:16
  • 23 agosto, 15:16

RG 7.00 del 23.08.2024 - Il servizio di Maria Zuppello

RSI Info 23.08.2024, 07:15

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Di: RG/RSI Info

A quasi un mese dalle contestate elezioni in Venezuela, ieri (giovedì) è arrivata la sentenza della Corte Suprema, chiamata in causa da un ricorso del presidente Nicolas Maduro per certificare la sua vittoria. E come ampiamente previsto, non lascia aperto alcun spiraglio per la coalizione di opposizione, Piattaforma unitaria democratica, che da settimane rivendica la vittoria.

“Questo tribunale convalida i risultati delle elezioni presidenziali del 28 luglio 2024 emessi dal Consiglio nazionale Elettorale, in cui è risultato eletto il cittadino Nicolas Maduro come Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela per il periodo costituzionale 2025-2031. Così si è deciso” ha pronunciato la presidente della Corte Suprema venezuelana, Caryslia Rodríguez.

La sentenza prevede anche il divieto di pubblicazione dei verbali elettorali finora mai presentati né dal Consiglio elettorale nazionale, né dalla stessa Corte Suprema. Tutto il materiale elettorale, ha detto Rodriguez, “rimarrà sotto il controllo della Corte”.

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Urrutia: “Nessuna sentenza fermerà la verità”

La sentenza prevede pure che il candidato dell’opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia sarà soggetto a sanzioni per non essersi presentato alle convocazioni in tribunale. Durissima la sua reazione: “Nessuna sentenza fermerà la verità di quanto è successo il 28 luglio, nessuno è al di sopra della sovranità popolare”.  

Poche ore prima il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva definito privi di indipendenza e imparzialità il Consiglio nazionale elettorale e la Corte Suprema. L’ONU si è detta disposta a svolgere un ruolo di mediazione nella crisi venezuelana se le due parti lo chiederanno.

Da parte sua il presidente cileno Gabriel Boric ha fatto sapere che non riconosce il governo di Maduro, che ha chiamato dittatura e ha definito la sentenza un’infamia.

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