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Venezuela, al via l’esame del voto da parte della Corte Suprema

L’organo giudiziario deciderà in via definitiva sull’esito dello scrutinio presidenziale del 28 luglio

  • 11 agosto, 15:22
  • 11 agosto, 17:47
La leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado

La leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado

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Di: ATS/AFP/ANSA/Swing 

La Corte suprema del Venezuela sabato in serata ha annunciato che darà il via all’esame dei documenti presentati dai candidati alle elezioni presidenziali per prendere una decisione sulla convalida o meno della vittoria di Nicolas Maduro proclamata dal Consiglio nazionale elettorale (CNE) pur in assenza dei verbali ufficiali degli scrutini. “I magistrati di questo tribunale si dedicano alla perizia di tutto il materiale registrato - fisicamente e digitalmente - e all’inchiesta sul massiccio attacco informatico di cui è stato oggetto il CNE”, ha affermato la presidente della Corte, Caryslia Rodríguez. Una volta arrivata la sentenza avrà carattere definitivo.

Frattanto il candidato dell’opposizione venezuelana Edmundo Gonzalez Urrutia (con lui anche la leader dell’opposizione Maria Corina Machado), che rivendica la vittoria alle elezioni presidenziali di luglio, ha chiesto al presidente Maduro di “porre fine alla violenza e alla persecuzione”.  Secondo le ONG per i diritti umani, i disordini post-elettorali hanno provocato 24 morti e 2’200 persone sono state arrestate.

“Basta con le persecuzioni e la violenza, basta con i tentativi di seminare il terrore, basta con il mancato rispetto del desiderio di cambiamento dei venezuelani, accettate ciò che il nostro popolo ha espresso e iniziamo tutti insieme a far uscire il nostro Paese da questa crisi”, ha dichiarato Gonzalez Urrutia sui social network. “Chiedere il rispetto della nostra Costituzione non è un crimine, manifestare pacificamente per sostenere la volontà di milioni di venezuelani non è un crimine”, ha aggiunto il diplomatico 74enne.

“Cari venezuelani, al vostro fianco continuerò a difendere la verità e la volontà di cambiare in pace”, ha concluso Gonzalez Urrutia, che mercoledì non si era presentato alla convocazione della Corte Suprema, a cui il presidente Maduro aveva chiesto di “convalidare” la sua vittoria.

Il 2 agosto, il Consiglio nazionale elettorale (CNE) ha ratificato la vittoria di Maduro con il 52% dei voti, senza rendere pubblici l’esatto conteggio dei voti e i resoconti dei seggi, sostenendo di essere stato vittima di un hackeraggio informatico. Secondo l’opposizione, che ha pubblicato i verbali ottenuti dai suoi scrutatori - la cui legittimità è respinta da Maduro - Edmundo Gonzalez Urrutia ha vinto le elezioni con il 67% dei voti. L’opposizione e molti osservatori ritengono che l’hackeraggio rivendicato dal CNE sia un’invenzione del governo per evitare la pubblicazione dei documenti elettorali.

Lo scorso martedì, infine, la Procura ha aperto un’indagine penale contro Gonzalez Urrutia e Machado per “usurpazione di ufficio, diffusione di false informazioni, incitamento a disobbedire alla legge, incitamento all’insurrezione e associazione a delinquere”. I due leader avevano invitato l’esercito a “schierarsi con il popolo”.

02:59

RG 12.30 dell’11.08.2024 La corrispondenza della collaboratrice Maria Zuppello

RSI Info 11.08.2024, 14:28

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