La scelta politica, in Irlanda del Nord, è sempre stata fortemente polarizzata perché riflette (quasi automaticamente) l’intreccio di correlazioni tra religione e identità nazionale. Ma il cambiamento demografico in corso - assieme alla Brexit, respinta in larga maggioranza a queste latitudini - rischia di provocare un terremoto costituzionale. In attesa di un referendum per l’unificazione dell’Irlanda, che comunque non arriverà nell’immediato futuro, il sentimento prevalente nelle sei contee nord-irlandesi è di sempre maggior estraneità verso Londra. Come fotografano anche gli ultimi sondaggi. Se due cittadini su tre si dicono convinti che l’uscita dall’Unione Europea renderà più probabile l’unificazione, oltre la metà del campione intervistato si sente oggi più lontano dal Regno Unito di quanto non fosse solo cinque anni fa. Una traiettoria che sembra indirizzata verso l’inevitabile addio alla Corona. Anche così si spiega la testardaggine degli unionisti del DUP, contrari a qualsiasi Brexit che non contempli una soluzione unica e unitaria per il Regno. Il divorzio da Bruxelles, da loro stessi voluto tre anni fa, rischia però di allargare irrimediabilmente il Mare d’Irlanda.
Lorenzo Amuso