Giuseppina "Giusi" Nicolini, la candidata al Nobel per la pace 2014 e premio Houphouet-Boigny per la ricerca della pace dell’UNESCO 2017 a riconoscimento del suo impegno nell’accoglienza dei migranti, non è più la sindaca di Lampedusa e Linosa. I concittadini hanno voltato le spalle alla 56enne ex segretaria di Legambiente dopo cinque anni durante i quali ha guidato l’isola portandola alla ribalta nazionale e internazionale quale esempio solidarietà e civismo.
L'allora primo ministro Matteo Renzi e Giusi Nicolini davanti al monumento "Porta di Lampedusa-Porta d'Europa" alla memoria dei migranti morti in mare
Nella lotta alle urne l’uscente è finita terza, staccata di 600 voti dall’eletto
Salvatore "Totò" Martello (sono entrambi del PD ma di circoli separati) e di 200 e rotti dal giovane candidato del M5S Filippo Mannino. Il neo sindaco, già in carica per due legislature fino al 2001, ha convinto gli elettori promettendo un deciso cambio di marcia. “Adesso sul piano dell’accoglienza, o meglio dell’organizzazione dell’accoglienza, deve cambiare tutto”, ha affermato appena ufficializzato il risultato.
“Saremo sempre un popolo di accoglienza – spiega al Radiogiornale della RSI – ma ci debbono essere delle regole. Lampedusa è strumentalizzata. Il Governo italiano non può prendere Lampedusa come esempio e poi abbandonare gli abitanti dell’isola siciliana. Anche noi vorremmo essere accolti…”. Un’ultima frase che fa riferimento sia agli sbarchi (molti dei salvati nel Mediterraneo continuano a essere portati sull’isola anche se sulla terraferma ci sono capacità) sia alle modalità di gestione del Centro di primo soccorso ed accoglienza.
Diem/RG
Per saperne di più sulla situazione nell'isola
Il documentario di Bruno Bergomi Lampedusa d'inverno