“Qui metteremo quelli che verranno ora, non so quanti saranno 16-17… noi ci occuperemo della manutenzione e di mettere qualche fiore ogni tanto per queste creature. E si metterà una lapide con scritto vittime dello Stretto”. Germán è uno dei lavoratori del Cimitero di Barbate, nella provincia di Cadice, nell'estremo sud della Spagna.
Su molte lapidi, l'iscrizione "desconocido" (sconosciuto)
Li chiamano così, le vittime dello Stretto, i migranti morti durante la traversata nel braccio di mare che separa la costa meridionale spagnola dal Nordafrica. Dall'inizio dell’anno, nella rotta del Mediterraneo occidentale sono morte oltre 630 persone, quattro volte di più che nello stesso periodo dello scorso anno. Germán ha dovuto seppellire molte di quelle vittime. Perché è qui, nel territorio di questo comune di 20'000 abitanti, sulle spiaggie dorate de los Caños de Meca o del Palmar, dove sono stati spesso recuperati i corpi di coloro che sono morti sognando di raggiungere l’Europa.
I corpi vengono spesso recuperati sulle spiagge
Una tragedia che in queste ultime settimane si è ripetuta con violenza, con il naufragio lo scorso 5 novembre di una imbarcazione a 200 metri dalla costa. Per giorni il mare ha continuato a restituire i corpi. Finora sono 23. Non è stato né l’unico né l’ultimo naufragio, ma solo il più grande per numero di morti. Quando finiranno le operazioni di identificazione verranno seppelliti nel cimitero parrocchiale del comune, dove tra le lapide piene di fiori ci sono loculi segnati con una data e una parola “desconocido”, sconosciuto, che certifica la difficoltà di dare un nome a chi è morto nello Stretto.
Anche bambini fra le 630 vittime da inizio anno
La zona di Barbate è uno degli epicentri degli arrivi degli ultimi mesi. Sulle coste dell’Andalusia, in Spagna, sono sbarcati dall’inizio dell’anno 55'000 migranti, il 140% in più rispetto al 2017. Dopo la chiusura delle rotte verso la Grecia e l’Italia, è nel Mediterráneo occidentale dove si concentrano i flussi. Un aumento che, ha riconosciuto nei giorni scorsi il Ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande Marlaska, non si sa dove possa arrivare. Barbate, che ha tassi di disoccupazione altissima, chiede aiuto per affrontare la sfida dell’accoglienza.
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