E' allarme per i bambini nella comunità scientifica, dopo che i medici di Gran Bretagna, Italia e Spagna sono stati avvertiti di stare attenti all'aumento di una rara condizione infiammatoria delle arterie nei bimbi che potrebbe essere collegata al nuovo coronavirus. Alcuni possibili casi sono stati segnalati anche in Francia, in Belgio e in California (negli Stati Uniti).
"Il responsabile è il nuovo coronavirus"
Martedì sera, in Italia, medici del dipartimento di Pediatria dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, hanno annunciato di aver scoperto un legame tra il virus SarsCov2 e la Malattia di Kawasaki, una patologia che colpisce i bimbi e la cui complicanza più temibile è l'infiammazione delle arterie del cuore. A Bergamo in un mese è stato registrato un numero di casi pari a quelli degli ultimi 3 anni. Per la casistica degli ultimi 2 mesi, affermano i medici del Giovanni XXIII, il responsabile è il nuovo Coronavirus.
Allarme in Gran Bretagna
All'inizio di questa settimana, la Società britannica di terapia intensiva pediatrica aveva lanciato un allarme ai medici: "nelle ultime tre settimane c'è stato un aumento del numero di bambini con uno stato infiammatorio multisistemico che richiede cure intensive" in tutto il Paese. Il gruppo ha detto che c'era "una crescente preoccupazione" che una sindrome correlata alla COVID-19 stesse emergendo nei bambini o che una malattia diversa, non identificata, potesse essere responsabile. "L'ipotesi di lavoro è che la sindrome sia correlata alla COVID", ha detto il dottor Russell Viner, presidente del Royal College of Paediatrics and Child Health.
"Alcuni bimbi necessitano di cure intensive"
In Italia si è visto che i piccoli pazienti, nella casistica degli ultimi 2 mesi, hanno forme più severe delle malattia, che coinvolgono l'apparato cardiocircolatorio e talora necessitano di cure intensive. L'allarme è già stato lanciato all'interno della comunità scientifica e fra i pediatri di famiglia. Ora lo studio è in fase di sottomissione a un'autorevole rivista internazionale.
Gli esperti precisano che solo una piccola minoranza di bambini infettati da SarsCov2 sviluppa la Malattia di Kawasaki, meno dell'1%. Nonostante ciò, avvertono, "in previsione dell'imminente apertura alla Fase 2, è importante tenere presente tutte le conseguenze che questo virus insidioso può causare, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica".
I sintomi della Malattia di Kawasaki
"Si è detto che i bambini sono protetti dallo sviluppare forme gravi di polmonite da COVID-19 - spiega Lorenzo D'Antiga, direttore della Pediatria dell'ASST Papa Giovanni XXIII -. Nonostante ciò, stiamo imparando che questo virus può causare anche altre patologie, attivando il sistema immunitario dell'ospite e inducendo una risposta infiammatoria che può interessare qualsiasi organo, anche a distanza di tempo dall'infezione". I sintomi tipici della Malattia di Kawasaki sono febbre elevata persistente che dura per 5 giorni o più, eruzione cutanea, alterazioni delle mucose e delle estremità, ghiandole gonfie nel collo.
La crescita dei casi: shock, pressione bassa e problemi cardiaci
Medici e ricercatori sono preoccupati per il crescente numero di casi nel mondo di bambini colpiti dalla rara sindrome infiammatoria. Nel Regno Unito si registrano casi crescenti di neonati ricoverati in ospedale con febbre alta e infiammazione delle arterie.
Nel Nord Italia, una delle regioni più colpite dal coronavirus, i medici segnalano un numero anormalmente elevato di casi gravi di patologia simile alla malattia di Kawasaki, in bambini sotto i nove anni, non solo in Lombardia ma anche in Piemonte e Liguria. Il dottor Angelo Ravelli, del famoso Ospedale prediatrico Gaslini di Genova e membro dell'Associazione Italiana Pediatri, ha inviato una nota a 10'000 colleghi che hanno espresso le sue preoccupazioni. Anche lui e il suo team hanno riferito un insolito aumento del numero di pazienti con la malattia di Kawasaki nelle regioni d'Italia colpite dalla pandemia, notando che alcuni bambini hanno avuto COVID-19 o hanno avuto contatti con casi di virus confermati.
In Spagna l'Associazione di pediatria ha lanciato un avvertimento, dicendo ai medici che nelle ultime settimane c'è stato un certo numero di bambini in età scolare che soffrivano di "un quadro insolito di dolore addominale, accompagnato da sintomi gastrointestinali" che poteva portare in poche ore a shock, pressione bassa e problemi cardiaci.
Preoccupazione per la fase 2 e il ritorno a scuola
Ora però cresce la preoccupazione nei Paesi che hanno deciso l'avvio della fase 2 che, per alcuni, presuppone un ritorno a scuola dei bambini. In Svizzera, lo ricordiamo, Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per il Covid-19, lunedì è tornato sul tema coronavirus e bambini, dichiarando che se da una parte nonni e nipotini possono tornare ad abbracciarsi (in quanto il rischio di infettarsi è praticamente nullo), dall'altra è necessario evitare di affidare in custodia i bambini ai nonni, poiché in tal caso il rischio di trasmettere il virus sarebbe più elevato. Il delegato ha così precisato quanto dichiarato nella sua intervista pubblicata dal periodico svizzero-tedesco “Grosseltern".
Finora i bambini sono stati tra il gruppo meno colpito dal coronavirus. I dati relativi a più di 75'000 casi in Cina hanno mostrato che essi comprendono il 2,4% di tutti i casi e che la maggior parte di essi ha sofferto solo di sintomi lievi.
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