Dopo un'altalena durata settimane, Benyamin Netanyahu ha scelto la strada delle elezioni anticipate ed Israele andrà al voto, con tutta probabilità, martedì 9 aprile.
A stabilirlo "all'unanimità" sono stati gli stessi capi della coalizione di governo oramai consci che con la risicata maggioranza alla Knesset di 61 seggi, su 120, era diventato difficile far passare le leggi, a cominciare da quella molto travagliata sulla riforma della leva per gli ebrei ortodossi.
Netanyahu - nonostante su di lui gravi la possibilità di un'incriminazione in due indagini per corruzione - si è detto convinto che "l'attuale maggioranza sarà confermata dalle future urne". Un sondaggio del sito Walla sembrerebbe dargli ragione: se si votasse oggi il suo partito, il Likud, prenderebbe 30 seggi e il 36% del campione lo considera l'unico premier possibile. L'opposizione di centro sinistra ha gongolato e la Borsa di Tel Aviv è andata in picchiata anche oggi.