Il capo di Hamas Yahya Sinwar potrebbe essere rimasto ucciso in un’operazione israeliana nel sud della Striscia di Gaza, in cui sono stati colpiti tre militanti del movimento islamico. Un’azione di routine, non mirata alla sua persona, a quanto sembra.
“Al momento l’identità degli uccisi non può essere confermata”, secondo un comunicato. La certezza potrebbe arrivare da un esame del DNA, di cui Israele già dispone perché Sinwar ha trascorso 22 anni nelle sue prigioni. Vengono verificate anche le impronte dentali.
Hamas non ha né confermato né smentito la notizia della morte di Sinwar. Fonti interne citate da alcune agenzie di stampa lasciano intendere però che ci sono indicazioni che sia effettivamente stato ucciso.
Nell’edificio in cui i tre uomini sono stati colpiti non sono state trovate tracce di ostaggi, si precisa da parte delle autorità dello Stato ebraico.
Sui social media circolano le immagini di un cadavere che presenta somiglianze con il quasi 63enne Sinwar e i media israeliani giudicano già molto probabile la sua eliminazione. Considerato l’architetto degli attacchi del 7 ottobre, Sinwar è sfuggito per molto tempo alla cattura e ai tentativi di ucciderlo. Era il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, prima di prendere la testa dell’intero movimento alla morte di Ismail Haniyeh il 31 luglio a Teheran.
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