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Yale e Harvard cedono alle pressioni di Trump

Accademici rimossi: l’impatto delle politiche di Washington sulle università americane

  • 29 marzo, 17:17
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Il campus di Harvard, immagine d'archivio

  • Keystone
Di: ATS/ANSA/Tieffe 

Le prestigiose università Yale e Harvard hanno rimosso alcuni dipendenti dai loro incarichi in risposta alle pressioni dell’amministrazione Trump, che minaccia di tagliare i finanziamenti federali se gli istituti non prenderanno misure più severe contro il presunto antisemitismo nei campus.

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La Yale Law School ha deciso di terminare l’impiego della ricercatrice Helyeh Doutaghi, citando il suo rifiuto di collaborare con il processo di indagine, volto a confermare dei supposti con un’organizzazione designata come terroristica dal Canada.

Sui social media e in una lettera al quotidiano Yale Daily News, Doutaghi si è definita oggetto di un “atto di ritorsione contro la solidarietà palestinese” e ha descritto gli attacchi mossi nei suoi confronti come una campagna “diffamatoria”.

Harvard ha invece deciso di rimuovere dai loro incarichi i professori Cemal Kafadar e Rosie Bsheer, del Centro Studi sul Medio Oriente, accusati di promuovere contenuti antisemiti nei loro corsi.

Attualmente, l’amministrazione Trump sta indagando su almeno 60 università. Si tratta di campus dove, nei mesi scorsi, si sono svolte proteste contro la guerra a Gaza e il governo di Netanyahu.

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