Tutto iniziò con la pubblicazione di un video di 20 secondi scarsi girato da uno dei fondatori al Giardino zoologico di San Diego, in California. Un timido debutto intitolato “Me at the Zoo” (io allo zoo). Era il 23 aprile del 2005, un paio di mesi dopo la fondazione della società da parte di Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. L’intenzione iniziale dei tre era quella di creare una piattaforma di dating, con brevi video facilmente caricabili dai cuori solitari in cerca di incontri. Il primo progetto naufragò, ma la facilità nel condividere video online ne decretò il successo. Il sito inizia subito a registrare 30’000 utenti al giorno, sei mesi dopo i contatti quotidiani balzano a due milioni. Google fiuta l’affare e nell’ottobre del 2006 acquista la società per 1,65 miliardi di dollari. Oggi, secondo la banca Goldman Sachs, l’economia generata da YouTube si attesta attorno ai 250 miliardi di dollari.
I numeri di YouTube
Google dichiara che ogni minuto sulla piattaforma vengono caricate più di 500 ore di video. Gli shorts (i filmati brevi) raggiungono oltre 70 miliardi di visualizzazioni giornaliere. Gli utenti di tutto il mondo guardano quotidianamente più di un miliardo di ore di contenuti. Cifre che confermano la capacità della piattaforma di adattarsi al mercato multimediale, tenendo testa all’avanzata delle reti sociali e innovando il settore.
La nascita degli YouTubers
Sono numerose le nuove professioni nate progressivamente in questi 20 anni attorno alle attività della piattaforma, la più rivoluzionaria è sicuramente quella degli YouTuber. Persone comuni che diventano personaggi quando i video (creati attorno a temi specifici, dal make up alla cucina, passando dai viaggi alla musica) iniziano a accumulare like, a diventare “virali”, spingendo così un numero crescente di utenti a iscriversi ai loro canali. Per fare un esempio, in questo momento lo YouTuber più popolare è lo statunitense MrBeast, seguito da 362 milioni di abbonati interessati ai suoi contenuti (il suo ambito sono le sfide estreme, le cosiddette “challenge”) generando una cifra d’affari che si aggira attorno ai 700 milioni di dollari.
Le sfide passate e un futuro all’insegna dell’intelligenza artificiale
YouTube è riuscita a barcamenarsi tra l’avanzata dei social media (TikTok e Instagram in testa) e la concorrenza delle televisioni, continuando a ritagliarsi uno spazio unico nel panorama audiovisivo e anticipando delle tendenze. Per esempio, fece da apripista allo streaming video di Netflix e a quello musicale di Spotify.
Oggi la parola chiave è intelligenza artificiale, un campo in cui la società compete con OpenAI (il produttore del chat bot di intelligenza artificiale generativa ChatGPT) e Meta (casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp). A fine mese la piattaforma renderà disponibile il doppiaggio automatico in diverse lingue e tra i programmi disponibili ci sarà anche Veo (creato da Google DeepMind) che permetterà ai creatori di contenuti di produrre video con pochi click. Applicazioni dell’AI che – in tempi di deepfake, disinformazione e appropriazione creativa – pongono sicuramente nuove sfide all’ormai ventenne piattaforma che ha rivoluzionato il nostro modo di fruire di contenuti digitali.