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Ecco gli aiuti (finanziari e militari) sinora forniti all’Ucraina

Fino alla fine del 2024 sono stati predisposti complessivamente oltre 360 miliardi di euro, come rilevato dall’Ukraine Support Tracker dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel

  • Ieri, 14:32
Ucraina

Un carro armato dell'esercito ucraino

  • Keystone
Di: Stefano Grazioli 

In questi tre anni di guerra l’Occidente ha sostenuto in maniera fondamentale l’Ucraina attraverso contributi finanziari e militari senza i quali l’ex repubblica sovietica non sarebbe stata in grado di reggere come ha fatto di fronte all’aggressione russa: gli aiuti finanziari e umanitari sono stati essenziali per la funzionalità dello Stato, il supporto dell’economia e l’appoggio alla popolazione; quelli militari per rispondere all’invasione cominciata il 24 febbraio del 2022. L’Ukraine Support Tracker dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, in Germania, ha monitorato sin dall’inizio del conflitto i flussi di sostegno da parte degli Stati Uniti, dell’Unione Europea nel suo complesso e dei singoli Paesi nei confronti dell’Ucraina, calcolando che sino alla fine del 2024 sono stati predisposti oltre 360 miliardi di euro in aiuti, parte dei quali però è stata solo annunciata e non realmente allocata. In particolare, se gli USA hanno fornito 114,2 miliardi di euro e 4,8 miliardi sono ancora da distribuire, per l’Europa, intesa come Unione europea e i singoli Paesi, la cifra stanziata concretamente è di 132,3 miliardi, mentre l’Ucraina ne aspetta ancora 115,1: in sostanza quasi la metà di ciò che è stato promesso da Bruxelles e dalle cancellerie europee, non è ancora arrivato a Kiev.

Divisione dei compiti

Il supporto da parte di Washington è stato più militare che finanziario: 64,1 miliardi di euro sono stati in armi, 46,6 in aiuti finanziari, 3,3 in aiuti umanitari. Bruxelles ha versato 46,6 miliardi in supporto finanziario, 2,6 miliardi per quello umanitario, Tra i singoli Paesi europei la Germania è quello che ha sborsato di più, con 12,6 miliardi in armi, 3,2 miliardi in aiuti umanitari e 1,4 miliardi in sostegno finanziario. La Svizzera ha contribuito finanziariamente con 0,2 miliardi di euro. In apparenza c’è stata dunque una distribuzione dei compiti, con gli USA che si sono preoccupati maggiormente dell’aspetto militare, l’Europa in senso lato di quello finanziario e umanitario.

Da notare come gli aiuti complessivi siano iniziati a calare sia da parte degli Stati Uniti che dell’Europa dopo il primo trimestre del 2023 e siano passati rispettivamente da 12,7 e 15,1 miliardi a 0,4 e 10,1 miliardi alla fine del 2024. Lo scorso anno l’Europa, ripartita tra gennaio e marzo con 12,3 miliardi, ha concluso con 8,9, mentre gli USA proprio alla fine del 2024, in coincidenza con la coda della presidenza di Joe Biden, hanno segnato il record nell’ultimo trimestre con 26,8 miliardi di euro in aiuti, per la quasi totalità però finanziari e non militari. Tra l’ottobre del 2023 e il marzo del 2024 Washington ha supportato Kiev con 1,7 miliardi di euro.

Supporto e andamento del conflitto

È evidente la correlazione tra la quantità e soprattutto la qualità degli aiuti militari e l’andamento del conflitto. L’aiuto occidentale, sostanzialmente crescente sino al primo trimestre del 2023, con il picco del supporto statunitense tra luglio e settembre del 2022 con 15,5 miliardi di euro, è stato sufficiente nella parte iniziale del conflitto per reggere l’urto dell’invasione, e respingere le forze russe nell’autunno del 2022 sia dalla regione di Kharkiv che in quella di Kherson, oltre la linea del Dnepr; dal 2023 si è però assistito all’inversione di tendenza, con la controffensiva ucraina che si è trasformata in un fallimento e la Russia che ha preso progressivamente l’iniziativa su tutto il fronte.

Anche se nel contesto di una guerra di logoramento sono molteplici i fattori determinanti, e uno di questi è la quantità di risorse umane a disposizione, è chiaro che l’invio, sempre ritardato e con il contagocce, di armamenti considerati fondamentali da parte dell’Ucraina come i caccia da combattimento F16 o i sistemi missilistici a lunga gittata statunitensi ATACMS e i franco-britannici SCALP-Storm Shadow, ha influito negativamente per Kiev sul corso della guerra. L’avanzata rapida nella seconda parte del 2024 delle forze russe è dovuta sia a errori tattici ucraini, come quello dell’operazione di Kursk che ha scoperto il fianco nel Donbass, ma appunto anche alla sempre maggiore supremazia militare e tecnologica di Mosca che ha approfittato delle incertezze occidentali nelle forniture militari all’Ucraina.

Dubbi sulla narrazione

Alla luce dei numeri e della situazione sviluppatasi sul terreno non si può non evidenziare come la forbice tra la narrazione e la realtà sul campo si sia ampliata nel corso degli ultimi mesi, soprattutto per quel riguarda l’Unione europea e le cancellerie continentali, sottolineata anche nei continui appelli del presidente ucraino Volodymr Zelensky per il maggior invio di armi. Pur conoscendo il volume dei flussi di aiuti militari, in riduzione, e il quadro sul campo, pessimo, Bruxelles ha sempre sostenuto la linea del sostegno all’Ucraina per la vittoria, prima secondo la formula del fino a quando sarà necessario, sottintesa la riconquista del Donbass e della Crimea, come sostenuto da Kiev, poi con quella dell’appoggio per guadagnare una posizione di forza in vista delle trattative, ugualmente irrealistica.

Gli stessi USA con Joe Biden, al di là della retorica, hanno mantenuto in realtà una posizione cauta, evitando sino al novembre del 2024 di accordare il permesso per l’utilizzo degli ATACMS, forniti, al pari degli F16, in quantità irrisoria e rivelatisi in ogni caso insufficienti per cambiare direzione al conflitto. L’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha ricondotto le posizioni occidentali al pragmatismo; difficile credere alla sorpresa dell’Unione europea, dato che linea del nuovo presidente era stata ampiamente annunciata già durante la campagna elettorale dello scorso anno: la dichiarazione sulla possibilità di concludere la guerra in 24 ore risale all’estate del 2024. A Kiev ormai da mesi Zelesky aveva capito che ci sarebbe stata un’accelerazione da parte di Washington per cercare la chiusura del conflitto; Bruxelles e i paesi dell’Unione, che hanno mantenuto poco più della metà delle promesse di aiuto, hanno mostrato un deficit di credibilità.

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Ucraina: il piano di Trump

Telegiornale 13.02.2025, 20:00

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