L'India ha perso 41 tigri dall'inizio dell'anno a causa del bracconaggio, morti naturali e di incidenti con la popolazione nei pressi dei parchi protetti. Lo riporta mercoledì The Times of India. I nuovi dati, che prendono in considerazione i primi sette mesi, sono stati resi noti dall'Autorità nazionale per la protezione delle tigri e da Traffic-India, network che lotta contro il traffico di specie in via di estinzione.
In diversi casi sono state le stesse autorità locali a ordinare l'uccisione delle tigri perché considerate pericolose per l'uomo. Il bracconaggio è calato in varie aree grazie all'impiego di guardie forestali nelle riserve, ma si è acuita la "guerra" con le popolazioni rurali. Svariati animali sono stati infatti uccisi con trappole elettrificate o avvelenati dai contadini per paura o per ritorsione per la perdita di bestiame.
Grazie agli sforzi del Governo di New Delhi per proteggere la tigre del Bengala, negli ultimi quattro anni il numero d’esemplari è cresciuto del 30%. Stando all'ultimo censimento dello scorso anno erano 2'226.
ATS/ANSA/EnCa