Riscaldamento climatico, deforestazione, urbanizzazione, ma anche la loro trasformazione in cibo, cosmetici, accessori di pelle e soprammobili minacciano più di 20'000 specie animali del mondo secondo la lista rossa pubblicata annualmente dalla IUCN, l'Unione per la conservazione della natura. Il 4 ottobre è il giorno di San Francesco d'Assisi e non a caso anche la Giornata mondiale degli animali, nata da un'idea di Heinrich Zimmermann nel 1925 a Berlino e resa universale, in questa data, nel 1931 a Firenze.
Proprio in questi giorni è riunita a Sochi, in Russia, l'assemblea dei delegati della CITES, la Convenzione contro il commercio di specie minacciate, che ne tiene d'occhio ben 36'000. Si parla in particolare di elefanti (il bracconaggio per l'Avorio in Africa cala da 6 anni, ma pesa ancora eccessivamente sulla popolazione di pachidermi), ma anche di tigri e altri felini, di anguille, squali, serpenti.
Se su alcuni fronti si registrano buone notizie, anche a livello locale (si pensi alla ricomparsa della lontra in Svizzera, su altri la situazione resta difficile). Fra i perdenti del 2017, per il WWF, anche koala e cavallucci marini.