Tutti sanno che la disciplina arriva dall’India. Ma da quale sorgente e... in che modo è giunto fino a noi? In realtà lo yoga non era una disciplina fisica, ma un modo di essere. Yoga significa in sanscrito “unione”. Tra il divino e il terreno, tra corpo e spirito.
Un po' di storia
Nei libri sacri dell’induismo, i Veda, per la prima volta fa capolino la parola yoga. C’e chi dice 2000 anni a.C., c’e chi dice 5000. Ma la pratica viene iscritta in una generale filosofia di vita. Non si tratta certo di una sequenza di movimenti come vengono insegnati oggi in molte palestre. Solo intorno al 200 d.C. uno scrittore e yogi di nome Patanjali si mette a compilare gli “Yoga Sutra”, per dare uniformità agli insegnamenti sparsi. Nasce così lo Hatha yoga, fatto di posizioni (asana) tecniche respiratorie (pranayama) e meditazione. Il testo ancora oggi è considerato la Bibbia dello Yoga. Una via che in India venne tramandata da Guru in discepolo, una pratica di certo non diretta alle masse. Lo scopo dello yoga rimane la liberazione dalla schiavitù della mente e la possibilità di raggiungere Samadhi, uno stato di intensa concentrazione e di trance in cui la natura ultima della realtà appare chiara.
Il recupero dello yoga
In India probabilmente la pratica dello yoga è meno diffusa che in Occidente, in proporzione alla popolazione. Ma ora si sta osservando un ritorno alle origini. Da una parte il governo di Narendra Modi - con la sua “giornata mondiale dello yoga”, il 21 giugno - e il ministero dello yoga e della medicina alternativa (Ayush), stanno promuovendo a tutto spiano questa pratica. Dall’altra, molti indiani delle classi medio alte, osservando l’afflusso di turisti stranieri a caccia di guru, hanno riconsiderato questa via, che prima sembrava loro interessanre solo come metodo per stare in forma (tantissime palestre a Delhi offrono “power yoga”, uno stile di ginnastica che dello yoga ha ben poco, e anche le scuole tradizionali sorvolano sulla parte mistica e spirituale, promettendo invece un corpo perfetto e snodato).
Stranieri in cerca del Guru
Moltissimi stranieri si riversano nelle località dove la tradizione dello yoga è più vivace: Rishikesh, Mysore, Dharamsala, Auroville, per non citare che alcune destinazioni dei corsi più gettonati. Difficile fare la differenza tra una scuola seria e una meno, ma con qualche ricerca e raccomandazione, ciascuno trova il guru adatto a sè. Essere uno “yogi” ovvero un seguace della pratica, significa seguire una dieta particolare, dedicare uno spazio quotidiano alla meditazione, recitare mantra tramandati da secoli, e impegnarsi a mettere in atto una “sadhana”, ovvero pratica, tutti i giorni. In altre parole, se non ti cambia la vita, non è yoga!
Chiara Reid