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A caccia di detriti spaziali

È un'azienda svizzera - la Clear Space - che sta lavorando con l'ESA alla prima missione di recupero di detriti spaziali prevista per il 2025

  • 6 agosto 2021, 07:47
  • 20 novembre, 19:57
04:58

La sindrome di Kessler (2)

RSI/Jasmina Poddi 06.08.2021, 07:45

C'è un tema sempre più urgente nelle agende delle agenzie spaziali: il recupero dei rifiuti spaziali. La “Sindrome di Kessler” e la possibilità che una reazione a catena di scontri fra “debris” renda inutilizzabile il cielo, ha spinto molti studiosi e agenzie a concentrare gli sofrzi nella ricerca di una soluzione a questo problema. Come ci spiega Luisa Innocenti, Head of Clean Space Office dell’ESA, è però un compito tutt’altro che semplice, non solo per le enormi difficoltà tecniche insite nel recupero di un singolo detrito, ma anche per gli importanti costi che una simile missione comporta. Ciononostante non ci si arrende e la prima missione di recupero - progettata e realizzata dall’azienda svizzera Clear Space sotto l’egida dell’ESA - partirà nel 2025 e potrebbe segnare l’inizio di una nuova èra.

Altri scienziati, nel frattempo. lavorano a nuovi progetti per evitare di creare ulteriori rifiuti intorno alla Terra come ci spiegano alla Gauss Srl, azienda specializzata nella costruzione di satelliti, dove si mira ad allungare la vita di quelli in orbita e si studia la possibilità di utilizzare materiali più eco-compatibili come il legno.

Il riciclo di questi oggetti sembra ancora un sogno ma c’è chi guarda lontano come l’azienda Orbit Recycling che proporrà all’ESA un progetto per utilizzare alcuni debris recuperati per costruire una base sulla luna.

Jasmina Poddi

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