"Lassù dove la salita diventa ardua tra le montagne e le vette cariche di neve che si alzano per circa tre miglia. Qui l’ultimo paese parla in teuthonica lingua. Fa meraviglia il fatto che [gli alagnesi] non solo conservino la lingua tedesca, ma anche l’aspetto e i costumi tedeschi" (Carlo Bascapé, 1612)
I walser sono una comunità di origine alemanna che a partire dall’anno 1000 iniziò ad abitare e coltivare le aree più impervie dell’arco alpino. Verso il 1200 si insediarono stabilmente anche in territori alle pendici del Monte Rosa oggi italiani, come Alagna Valsesia.
Per più di cinque secoli, l’isolamento e la tradizione del matrimonio endogamico permisero di preservare quasi intatta la loro lingua, una sorta di tedesco medievale: il titzschu. A partire dall’800, l’arrivo della modernità, l’emigrazione e la scolarizzazione in italiano portarono però a un declino dei parlanti, oggi ridotti a poche decine di ottuagenari.
Ma lo sviluppo del turismo culturale e l’arrivo di “neo-montanari” in fuga dalla città potrebbero scrivere un nuovo capitolo dell’epopea di questa minoranza, unica in Europa.
Simone Benazzo - Marco Carlone