Il "pianofortaio" Ambrosius Pfaff, con il cui profilo inizia la serie dedicata ai mestieri tra passato e futuro, è un artigiano conosciuto pure oltre i confini del Ticino, territorio che frequenta da un trentennio dopo essersi fatto le ossa dapprima a Friburgo in Brisgovia e poi in Belgio.
Fatta una breve tappa ad Aarau, torna in patria, ma questa volta a Stoccarda, per la maestria. A traguardo raggiunto, inizia l’avventura a sud delle Alpi, inizialmente ad Avegno e quindi in Via Vallemaggia a Locarno, dove tuttora nascono i suoi preziosi strumenti.
Oggi, comunque compiaciuto per il percorso effettuato, guarda al mestiere con disincanto. "C’è del bello e c’è del brutto", dice. "Portare uno strumento a coda fino al sesto piano di un palazzo milanese non è proprio piacevole". La soddisfazione, invece, è quella d’assistere a un concerto in cui una delle sue creazioni la fa da protagonista. Succederà, ad esempio, sabato 9 marzo, nella chiesa evangelica dei Monti della Trinità, sempre a Locarno. Alla tastiera di un suo fortepiano a partire dalle 16.00 si esibirà, con un programma di “Delicatessen” essenzialmente bachiane, il virtuoso
Jermaine Sprosse.
Red. MM/Fabio Salmina