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Atacameño e cambio di clima (3)

Vivono da 12 mila anni nel deserto. Combattono inquinamento e spreco d'acqua. Gestiscono col Governo la Riserva nazionale “Los Flamencos”

  • 24 aprile 2019, 07:56
  • 22 novembre, 22:27
03:34

I custodi del deserto

RSI/Gilberto Mastromatteo 24.04.2019, 07:45

La Riserva naturale “Los Flamencos”, nel deserto di Atacama, ha una storia unica al mondo. Si tratta infatti del solo caso di gestione congiunta di un bene ambientale da parte dello Stato – in questo caso il Cile – e della locale comunità indigena. In questo caso, la comunità di Atacameño di Toconao, città poco distante dalla turistica San Pedro de Atacama.

Fenicotteri... nel deserto di Atacama

Si chiamano Lickan-Antay i nativi del deserto più arido al mondo. E da ormai 25 anni, sono uniti in un sodalizio, il Consejo de los pueblos Atacameños. L'obiettivo è quello di tutelare l'ambiente e difenderlo dai tentativi, sempre più feroci, di sfruttarlo. Gli Atacameño si scagliano contro le aziende minerarie che pullulano nella regione, ricca di rame e salnitro. Proprio qui, nei pressi di Calama, sorge l'imponente miniera di Chuquicamata, immortalata da un giovane Ernesto Guevara, di passaggio con Alberto Granado, nel suo Latinoamericana. Oggi come allora, le comunità locali e indigene protestano contro l'inquinamento e lo spreco d'acqua perpetrato in primis dalle imprese, ma anche dalla fiorente industria del turismo.

Gilberto Mastromatteo

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